L'Europa, l'Islam, la Francia e Maometto



Non sarà primavera quest’autunno” dicevamo ormai oltre un mese fa riferendoci alla situazione delle Repubbliche centro-asiatiche, la cui situazione assomiglia a quella del Nord-Africa ma che - per via di ben diverse situazioni politiche a livello internazionale - sono per fortuna ben lontane da una rivoluzione in stile  primavera araba”. Ebbene, l’autunno è arrivato, ed abbiamo avuto conferma - almeno per ora - di quanto affermato. Se tuttavia la temperatura della politica internazionale aumenta sempre di più, i motivi di questa preoccupante situazione sono da ricercare non solo nella vicina Africa Settentrionale, ma in tutto il mondo arabo.
Pochi giorni fa abbiamo fatto nostra la metafora della polveriera per indicare la spinosa situazione mediorientale che oscilla fra le crisi siriane e le mai sufficienti tregue fra israeliani e palestinesi: oggi - peccando probabilmente di poca originalità- paragoniamo la situazione attuale dei Paesi musulmani a delle braci ardenti, resti di un incendio neanche troppo lontano. Abbiamo sotto gli occhi in ogni momento quanto precaria risulti dunque la situazione: durante l’estate dei temibili incidenti diplomatici sono stati fatti cadere accidentalmente mo’ di mozzicone incandescente sulla brace accesa, ed è mancato che l’incesso divampasse ancora una volta.
Questo caldo inizio d’autunno è tuttavia dovuto non alla noncuranza di un pericolo realmente esistente, bensì ad un’esecrabile incoscienza da parte di chi - tramite film e vignette - ha accuratamente riversato benzina in abbondanza per sollevare le fiamme della suscettibilità musulmana.
I “diplomatici” francesi - responsabili dell’ultima scena di questo film vista troppe volte - fanno appello alle libertà di espressione, libertà personale inviolabile, tanto nel Paese del Légalité, Egalité, Fraternité quanto nel resto del mondo.
Si tratta di un diritto sacrosanto - non si mette in dubbio - ma davanti ad una situazione in cui un diritto viene posto come giustificazione di violenze una domanda sorge spontanea: si tratta veramente di libertà di espressione? E se così fosse, dove ci si può spingere all’insegna di tale libertà? Abbiamo definito - senza alcun timor di essere contraddetti - incosciente la pubblicazione da parte dell’ormai celebre rivista francese delle vignette satiriche su Maometto; coscienziosità dunque: ecco ciò che sarebbe bastato per evitare di trovarci ancora una volta a vestire i panni di pompieri di un incendio evitabile che riscalderà nostro malgrado autunno e inverno.