“Non sarà primavera quest’autunno” dicevamo ormai
oltre un mese fa riferendoci alla situazione delle Repubbliche
centro-asiatiche, la cui situazione assomiglia a quella del Nord-Africa ma che
- per via di ben diverse situazioni politiche a livello internazionale - sono per
fortuna ben lontane da una rivoluzione in stile
“primavera araba”. Ebbene, l’autunno è arrivato, ed abbiamo avuto
conferma - almeno per ora - di quanto affermato. Se tuttavia la temperatura
della politica internazionale aumenta sempre di più, i motivi di questa
preoccupante situazione sono da ricercare non solo nella vicina Africa
Settentrionale, ma in tutto il mondo arabo.

Questo caldo inizio d’autunno è tuttavia dovuto non alla
noncuranza di un pericolo realmente esistente, bensì ad un’esecrabile
incoscienza da parte di chi - tramite film e vignette - ha accuratamente
riversato benzina in abbondanza per sollevare le fiamme della suscettibilità
musulmana.
I “diplomatici” francesi - responsabili dell’ultima scena di
questo film vista troppe volte - fanno appello alle libertà di espressione,
libertà personale inviolabile, tanto nel Paese del Légalité, Egalité,
Fraternité quanto nel resto del mondo.
Si tratta di un diritto sacrosanto - non si mette in dubbio -
ma davanti ad una situazione in cui un diritto viene posto come giustificazione
di violenze una domanda sorge spontanea: si tratta veramente di libertà di
espressione? E se così fosse, dove ci si può spingere all’insegna di tale
libertà? Abbiamo definito - senza alcun timor di essere contraddetti - incosciente
la pubblicazione da parte dell’ormai celebre rivista francese delle vignette satiriche
su Maometto; coscienziosità dunque: ecco ciò che sarebbe bastato per evitare di
trovarci ancora una volta a vestire i panni di pompieri di un incendio
evitabile che riscalderà nostro malgrado autunno e inverno.