Il buio illuminista del post-rivoluzione


I libri di scuola - di stampo spesso radical-massonico o marxista - lasciano in un'ombra sulla quale mai nessuno si degna di fare luce un altro periodo della storia francese che ha avuto influssi notevoli sull'intero continente: si tratta del periodo fra il Congresso di Vienna e la cosiddetta Rivoluzione di luglio che, nel 1830, pose fine alla dinastia sacra dei Capetingi. Nel 1821 si spegneva a Torino Joseph de Maistre, filosofo, politico e diplomatico italiano di nascita francese: sul letto di morte profetizzò che assieme a lui sarebbe morta l'Europa. E tuttavia l’Europa - cristiana - per la cui sopravvivenza temette De Maistre, riuscì anche a sopravvivergli, nonostante nei suddetti libri di storia non se ne ha traccia: quando nel 1814 Federico I annesse al suo impero il Lombardo-Veneto, si impegnò ad eliminare il "vecchiume" napoleonico che marciva nel Settentrione, realizzando infrastrutture che consentirono all'Italia di essere competitiva con i Paesi industrializzati. Negli stessi anni in Francia fu restaurata la dinastia dei Borbone, ponendo sul trono Luigi XVIII: una decisiva svolta a destra da parte del sovrano portò al governo De Villèle, che si preoccupò immediatamente di affidare l'educazione scolastica al clero cattolico, superando la limitante visione di chi considerava la Chiesa Cattolica parte di quell'Ancient Regime che non esisteva più.

Carlo X, conte di Artois e fratello di Luigi XVIII, salì al trono nel 1824, confermando le scuole pubbliche ai cattolici e promuovendo la cosiddetta "legge del miliardo": a soli 25 anni dalla Presa della Bastiglia clero e nobiltà vennero indennizzati dalla stessa monarchia francese per i beni espropriati loro dai rivoluzionari. Il 6 giugno 1826 la regina visitò la terra di Vandea che sarebbe stata da lì a poco dimenticata e censurata al pari della strage di cui fu teatro: la moglie di Carlo X si volle inginocchiare per ricordare le vittime, nella fattoria dove prese vita la prima residenza vandeana.

Questa è la storia della Francia degli anni '20 del XIX secolo, ma i libri non la conoscono: quando il 2 luglio 1830 Carlo X fu spodestato da Luigi Filippo d'Orleans, i francesi decisero di voltare pagina, evitando il "rischio" di far tornare la Francia un paese cattolico, libero dall'ideologia rivoluzionaria e dalle pretese giacobine, permettendo a società segrete e partiti liberali di manipolare a dovere le idee di nazionalità e patriottismo.