La Seconda Guerra Mondiale è stata la guerra della battaglia
di El-Alamein, dell’attacco di Pearl Harbor, del bombardamento di Hiroshima,
della resistenza sulla linea Maginot. Ma è stata anche - se non soprattutto -
la guerra dello spionaggio: se il primo conflitto mondiale vedeva i messaggi
più importanti trasmessi manualmente da fidati “corrieri”, le nuove
tecnologie della Seconda Guerra misero le opposte fazioni nella situazione di
poter intercettare le comunicazioni nemiche via etere, utilizzando altrettanto tecnologiche
apparecchiature.
Interi reparti degli eserciti si specializzarono in
crittografia, altri ancora in lingue straniere, poiché una volta decodificato,
il messaggio nemico andava tradotto. La radio assunse un ruolo strategicamente
fondamentale, e tuttavia non poteva garantire una segretezza assoluta, così da
obbligare gli eserciti ad effettuare le comunicazioni più importanti tramite il
telegrafo o, addirittura, di persona.
Ma non i tedeschi. I tedeschi si fidavano ciecamente della
loro ricetrasmittente, chiamata Enigma, tanto da utilizzarla per comunicazione decisive
per l’evolversi del conflitto, come data, ora e modalità di attacchi ed
offensive.
Enigma era apparentemente simile ad una macchina da
scrivere, ma con due tastiere, una tradizionale ed una “luminosa”, che
evidenziava le lettere decodificate corrispondenti a quelle in codice digitate
sull’altra, a seconda di determinati codici segreti. La macchina fu ideata e
realizzata per la prima volta nel 1923, e fu destinata ad una
commercializzazione che si rivelò ben presto fallimentare. Il governo tedesco
si rese però conto che i messaggi - ritenuti fino ad allora segreti - fra la
Germania ed i suoi mercantili durante la Grande Guerra erano stati intercettati
e compresi dagli americani: Enigma fu allora acquistata in grandi quantità
prima dalla Marina Militare, poi dall’Esercito ed infine dagli alti gerarchi
nazisti. Tuttavia un’immediata azione di spionaggio francese mise subito al
corrente il governo di Parigi dei codici per decodificare i messaggi di Enigma:
sotto la Torre Eiffel tuttavia considerarono troppo dispendioso e poco proficuo
realizzare un prototipo per intercettare i messaggi tedeschi, e i documenti
furono rigirati a Varsavia. La Polonia era infatti ben consapevole che, qualora
la Germania fosse scesa in guerra, sarebbe stata la prima nazione a farne le
spese. Il matematico polacco Marian Rejewski riuscì non senza difficoltà a
realizzare una macchina praticamente identica ad Enigma, chiamata Bomba: quando
i tedeschi ne vennero a conoscenza modificarono i sistemi di codificazione dei
messaggi moltiplicando per 60 le possibili combinazioni di decodificazione,
rendendo vano gli sforzi della sfortunata Polonia.
Enigma si rivelò più volte decisiva per le sorti del
conflitto, a tal punto da spingere gli inglesi a provare ogni offensiva
possibile per venirne in possesso. Fra il 1940 ed il 1941 la Marina Inglese
organizzò due operazioni, dal nome PRIMROSE, il cui successo avrebbe
semplificato notevolmente il lavoro dei crittografi di Bletchley Park. La prima
operazione mirava ad impossessarsi della macchina in dotazione agli uomini dell’ammiragli
Donitz: il 12 febbraio 1940 l’U-Boot 33 dell’ammiraglio fu catturato ed Enigma
ritrovata, ma resa inutilizzabile dai sabotaggi tedeschi che riuscirono nell’intento
di non far comprendere ai nemici il funzionamento della macchina delle
meraviglie.
Una rara immagine dell'U-boot 110 in semiaffioramento |
La seconda - più fortunata - operazione è stata coperta da
segreto di stato fino agli anni ‘70: i tedeschi avevano la consuetudine di
utilizzare Enigma anche per le comunicazioni circa le condizioni meteorologiche
e gli inglesi, venutine a conoscenza, optarono per abbordare una nave meteo
tedesca. Il 9 maggio 1941 un OB-318 ed un U-201, due sommergibili della Marina
di Sua Maestà, avvistarono l’U-Boot 110 contenente il gran bottino: l’abbordaggio
da entrambi i lati fu relativamente semplice e i tedeschi - chissà per quale
motivo - non sabotarono Enigma, pur essendo stato dato l’ordine di renderla
inutilizzabile. Gli inglesi tornarono in Patria con le insegne di battaglia
indicanti l'affondamento di sommergibile nemico - e non la sua cattura -
imponendo una versione dei fatti che per decenni fu presa per vero.
Il ritrovamento di Enigma, con tanto di manuale di
istruzioni e corrispondenza generale, dà il via a tante “incredibili imprese”
della Marina inglese e della RAF, oramai a conoscenza non solo del luogo, ma
anche del giorno e dell’ora degli attacchi nemici; appare dunque lecito
interrogarsi su quali sarebbero stati gli esiti del conflitto se l’U-Boot dell’ammirgalio
Donitz non fosse stato catturato. Anche se la storia non è fatta si se.