Se la fede non discrimina


E così la questione viene risolta, dati alla mano. Le donne, oggetto stesso del problema al momento forse tra i più rilevanti per la chiesa anglicana, si ribellano; o per meglio dire, metà del sesso femminile si dichiara fortemente contrario. A cosa? Presto spiegato: è già da un certo periodo che una buona parte dei giornali italiani pubblica saltuarie e spesso irrilevanti notizie riguardanti l'argomento; "L'ordinazione episcopale femminile, un tentativo di emancipazione considerevole!" dichiarano con decisione i quotidiani, spesso desiderosi più di caotiche accuse e asserzioni mirate alla ricerca della razione periodica di scandalo di qualsiasi genere al quale buona parte della società sembra non poter più rinunciare, piuttosto che dell'informazione così com'è e come dovrebbe essere presentata. Se invece si fosse prestata la giusta attenzione alla reale opinione delle donne in merito alla questione della possibilità di allargare l'ordinazione episcopale verso queste ultime, si sarebbe avvertita una netta discordanza tra le loro convinzioni e le affermazioni dei notiziari. A quanto pare infatti metà e forse un po' più si trova in un risoluto disaccordo ,come dichiara precisamente Susie Leafe una delle 2.200 donne che ha votato contro la riforma: "Non si tratta di una questione di sessismo. E’ una questione di convinzione teologica, e attraversa tutti i generi. La Sacra Scrittura è chiara, dice che uomini e donne sono uguali ma anche diversi. Ognuno deve stare al proprio posto. "

Ciò che al contrario si è cercato di fomentare quindi è quell'inopportuno desiderio utopico di uniformità assoluta e quella fobia del diverso disgraziatamente propria della società moderna, argomenti dai quali la Chiesa cattolica rimane giustamente distante ( non per paura, piuttosto perchè a trattare troppo con le malattie senza le dovute precauzioni ci si finisce per ammalare). Insomma , le solite e monotone operazione mediatiche di disinformazione le cui mire di suggestione e istigazione si concludono spesso e volentieri disastrosamente, per fortuna.

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