La notizia , arrivata già al termine
del 2012 e confermata negli ultimi giorni in occasione del meeting della
Società Astronomica Americana, è sbalorditiva. Vengono presentati gli ultimi
dati rilevati dal satellite per le osservazioni, denominato "Kepler",
e gli astronomi ci restano di stucco : esistono milioni di pianeti simili alla
terra , più precisamente la stima si aggira intorno ai 17 miliardi. Calcolando inoltre che le galassie sono un centinaio
la cifra risulta enorme. Si consideri però che questi pianeti sono troppo
piccoli per essere identificati con gli strumenti classici ; per ottenere tale
risultato il satellite adotta una tecnica tanto semplice ( per modo di dire)
quanto geniale. Si apposta nell'osservazione continua di determinate porzioni
di stelle per un periodo di tempo piuttosto lungo e , se è presente un pianeta
, accadrà che la stella che si trova sulla sua orbita subirà , per un istante,
una diminuzione di luminosità essendo oggetto di una velocissima mini-eclisse ,
detta in inglese blink , parola utilizzata per esprimere il battere di ciglia
dell'occhio umano. Rilevato quindi il blink il software di Kepler ne misura la
frequenza e l'intensità di variazione luminosa ricavando la massa e l'orbita
del pianeta. Il risultato sperato dagli scienziati è stato conseguito in quanto
circa la metà dei pianeti rilevati presenta un'atmosfera, satura di vapore
acqueo, di nebbia. L'universo insomma sembra più a portata di mano di
cinquant'anni fa. Scrive il fisico italiano Carlo Rovelli :" Penso che si
ragionevole aspettarsi chissà quale varietà di cose e strutture nell' universo,
difficili per noi da immaginare più di quanto un computer sia difficile da
immaginare per un cacciatore del neolitico", e ancora :"La scoperta
che il nostro pianeta non è l'eccezione ma la norma riporta l'universo a una
dimensione più umana". La tecnica necessaria per arrivare su questi
pianeti è certo ancora distante anni luce. Però chissà, forse un giorno...
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