È
innegabile, l’anno appena terminato è stato caratterizzato da un numero
considerevole di scoperte, dall’ormone del cuore - denominato peptide
natriuretico atriale, fondamentale per la lotta all’obesità - all’ esperimento
che ha dimostrato per la prima volta che il fotone è contemporaneamente onda e
particella - passo in avanti fondamentale per risolvere uno dei misteri della
meccanica quantistica; ma in cima a questa particolare classifica non può non
esserci la scoperta datata 4 Luglio 2012 : il Bosone di Higgs, particella
massiva e scalare, teorizzata nel 1964 e osservata nel 2012 grazie agli
esperimenti ATLAS e CMS condotti con l’acceleratore LHC, di fondamentale
importanza in quanto sembra conferire la massa alle particelle elementari.
A
questo punto una buona parte della società - sicuramente meno esperta del campo
scientifico relativo la scoperta - ma comunque interessata, è naturalmente
portata a una domanda che sembra non essere particolarmente gradita dagli atei
e dai materialisti più convinti: “Ma chi o cosa comunica la massa necessaria
al bosone per far si che esso svolga il suo importante compito?” Questo
dubbio, tanto necessario quanto basilare , smonta con estrema facilità la
convinzione di una possibile spiegazione unicamente razionale del cosmo di
molti scienziati, spesso troppo lenti nel riconoscere le basi irrazionali delle
loro convinzioni e troppo veloci a collegare campo scientifico e irrazionale.
Scrive Daniel Sarewitz, Direttore del Consotium for Science at Arizona State
University: “Il bosone di Higgs è un’astrazione incomprensibile […] per
coloro che non seguono la matematica credere ad esso è un puro atto di fede”
e prosegue con convinzione “Io sono ateo,eppure, mentre la scoperta di Higgs
non mi offre alcun accesso di comprensione del mistero dell’esistenza, una
passeggiata attraverso i magnifici templi di Angkor mi offre uno scorcio
dell’inconoscibile e dell’inspiegabile al di là del mondo della nostra
esperienza”.
È
fondamentale quindi riscoprire nella scienza quel desiderio che accompagna da
secoli l’uomo nel continuo tentativo di chiarire il suo rapporto con l’universo
e la natura, ma è al contempo ingenuo il tentativo da parte di molti di ridurre
la pluralità dei fenomeni e dell’esistenza dei miliardi di enti circostanti ad
una mera concatenazione di eventi puramente materiali e adoperare scoperte -
quali il bosone di Higgs - con lo scopo di dimostrare le loro fallaci
convinzioni. Le domande si pongono con la speranza di ottenere una risposta
soddisfacente e, di sicuro, per realizzare tutto ciò, è necessario associare
all’empirismo più essenziale la capacità d’astrazione dal concreto, dal
sensibile propria della ragione abile ad operare un atto di fede. “Capisci per
credere, credi per capire” diceva Agostino.
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