L'inutile "spolverata" del PD



Portare la macchina all’autolavaggio ma lavarla solo sul muso, al massimo una sciacquatina al parabrezza ed una passata di giornale sul finestrino del guidatore. Fa niente se i sedili sono pieni di briciole, i tappetini sono infangati ed il cruscotto sepolto da una coltre di polvere. Tanto l’importante è la prima impressione, uno sguardo veloce all’apparenza, se il muso è pulito va più che bene. Oggi questa macchina potrebbe essere marcata PD, modello Grasso-Bersani, immatricolata nel 2012, messa in strada nel 2013.
Sappiamo tutti che l’ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso è sceso in campo - ebbene sì, c’è ancora qualcuno che “scende” in campo... - nelle file del PD: Bersani trionfante ha declamato che si tratta di un “simbolo della legalità” ed ha ostentato con orgoglio la sua appartenenza al Partito Democratico. Legalità, appunto. Ma - a ben vedere - nei giorni immediatamente successivi all’annuncio di Grasso il centrosinistra è scivolato proprio sulla tanto orgogliosamente sbandierata quanto scivolosa legalità: nelle “parlamentarie” del 28 e 29 dicembre difatti fra i candidati del partito di Bersani c’erano personaggi la cui fedina penale non risulta poi così pulita come potrebbe garantire la presenza di Grasso - lui sì, con fedina penale immacolata.
A Messina il PD candida un indagato per abuso d’ufficio, ad Enna un suo “collega” parimenti indagato, a L’Aquila un rinviato a giudizio, prescritto, a Massa Carrara un altro prescritto condannato in primo grado, a Trapani un candidato ha patteggiato la pena per abuso d’ufficio.
I nomi non contano - non li abbiamo nemmeno voluti mettere -, né conta il partito, ma conta l’ipocrisia con la quale i partiti - tutti compresi, nessuno incluso - si presenteranno il 24 febbraio: tutti proclamando uno spirito innovatore ma nessuno con un leader che non sia over 60, tutti all’insegna della riforma e nessun vero volto nuovo - non si dica che l’onorevole Monti rappresenti la novità per la politica nostrana... - tutti vantando una legalità che - ahinoi - fra Montecitorio e Palazzo Madama è da tempo che non si vede.

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