Ne avevamo parlato in uno degli ultimi giorni del 2012, ed in questa settimana il tema è tornato tremendamente attuale: il nome di Asia Noreen Bibi non può tornarci nuovo, come d'altronde le terribili persecuzioni di cui sono vittime i cristiani sparsi nel mondo. Di oggi questa notizia - tratta dal sito dell'Avvenire - circa l'ambasciatrice statunitense che si espresse a favore di Bibi: per lei il governo pachistano chiede la rimozione dall'incarico.
Liaqat
Baloch, segretario generale del partito islamico conservatore
pachistano Jamaat-e-Islami, ha chiesto la rimozione dall'incarico
dell'ambasciatrice negli Usa, Sherry Rehman, che avrebbe chiesto asilo a
Washington a causa di un processo di blasfemia aperto nei suoi
confronti. Lo riferisce il quotidiano The News International di
Islamabad.
La settimana scorsa la Corte Suprema ha ritenuto ammissibile un ricorso di un cittadino di Lahore che ha denunciato la Rehman per aver criticato oltre due anni fa in un programma televisivo la legge pachistana sulla blasfemia in base a cui è stata condannata a morte la madre cristiana Asia Bibi.
Durante una riunione ieri del Comitato di coordinamento del partito, che ha legami con i Fratelli Musulmani mediorientali, Baloch ha sostenuto che l'ambasciatrice ha provato di essere fedele agli Usa e non al Pakistan, chiedendo asilo nonostante l'incarico diplomatico attribuitole.
Nel 2011 la Rehman fu minacciata di morte dai talebani per aver presentato una legge di modifica agli articoli del codice penale indiano sulla blasfemia che contemplano pene pesantissime, compresa la pena capitale, per chi offende il Corano ed il profeta Maometto.
La settimana scorsa la Corte Suprema ha ritenuto ammissibile un ricorso di un cittadino di Lahore che ha denunciato la Rehman per aver criticato oltre due anni fa in un programma televisivo la legge pachistana sulla blasfemia in base a cui è stata condannata a morte la madre cristiana Asia Bibi.
Durante una riunione ieri del Comitato di coordinamento del partito, che ha legami con i Fratelli Musulmani mediorientali, Baloch ha sostenuto che l'ambasciatrice ha provato di essere fedele agli Usa e non al Pakistan, chiedendo asilo nonostante l'incarico diplomatico attribuitole.
Nel 2011 la Rehman fu minacciata di morte dai talebani per aver presentato una legge di modifica agli articoli del codice penale indiano sulla blasfemia che contemplano pene pesantissime, compresa la pena capitale, per chi offende il Corano ed il profeta Maometto.
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