Il tiepido centrismo moderato



Un vero e proprio tour de force informativo. Ecco che cosa sta affrontando il premier uscente Mario Monti in questi giorni: se a fine novembre Bersani e Renzi ci hanno deliziato più volte in diretta tv e due settimane fa abbiamo potuto assistere agli “show” mediatici del Cavaliere, impegnato in televisione ben tre volte in sette giorni, fra ieri e oggi il Professore si è presentato prima ai microfoni di RadioAnch’io, per cimentarsi poi nel già frequentato studio di UnoMattina. Abbiamo dunque potuto apprezzare la “linearità” del suo pensiero, rappresentato in buona parte dalla tanto celebre agenda. Un paio di osservazioni nascono spontanee dalla lettura di queste 25 pagine e dall’ascolto delle due recenti interviste.
Io credo che i valori etici siano fondamentali e che debbano essere difesi” afferma il Premier alla radio; e tuttavia nelle suddette pagine della sua agenda non sembrano ricoprire un compito tanto importante. E infatti Monti corregge subito il tiro: “Detesto quei partiti che usano i valori etici, spesso disattesi nella realtà”. E dunque nel suo partito - ci si passi il termine - meglio evitare i valori etici: scelte. E, in quanto tali, opinabili.
Se i valori etici non piacciono poi così tanto ai centristi moderati, sembra che esista un’altra parola che proprio non trova spazio nelle suddette pagine: famiglia. Ma come - ci si potrebbe chiedere - non è stato il Governo Monti a prevedere il bonus asilo per l’anno nuovo? Certo, ma i numeri purtroppo dichiarano inequivocabilmente che si tratterà di piccole somme destinate a pochissime famiglie, circa 11 mila. A chi non fosse pratico di dati statistici ricordiamo che l’anno passato in Italia sono nati circa mezzo milione di bambini...
E ancora - a dire il vero - esiste una parola, e quindi un’idea, ancora più rara della famiglia: se infatti quest’ultima è citata addirittura sette volte in 25 pagine, il termine matrimonio non viene mai usata. Chissà, forse per dimenticanza, forse per errore, ma - senza voler pensar male - è più probabile per scelta. Ci mancherebbe, rispetto per le scelte, ma esse, in quanto tali, sono opinabili. E allora ci si potrebbe chiedere se sia più utile per il nostro Paese impegnarci in Europeismi che forse non ci appartengono, o in lotte contro quei mulini a vento dei populismi, o in crescita economica tralasciando quella sociale. Sono scelte. Ma scegliere di non esprimersi su temi così delicati come i “valori etici” in base ai quali Monti attacca destra (soprattutto) e sinistra non è una scelta, e, dunque, appare ben più grave di un’eventuale scelta sbagliata: non citare determinati temi in fase di campagna elettorale è non solo dimostrazione di una tiepidezza - biblicamente intesa - tutt’altro che encomiabile, ma anche una tacita autorizzazione a qualunque presa di posizione in un possibile nuovo governo. Speriamo dunque che di qui alle elezioni Monti ci possa smentire, perché - ne siamo certi - ne avrà sia il tempo che le possibilità.

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