Dieci anni senza l'Avvocato: il ricordo dell'Arcivescovo

“L'Avvocato Agnelli amava davvero l'Italia e Torino, quando andava all'estero era orgoglioso di essere italiano e questo è l'esempio, che si dovrebbe seguire anche oggi da parte delle istituzioni, dei rappresentanti del mondo economico, politico e dell'Azienda”. Così si è espresso monsignor Cesare Nosiglia arcivescovo di Torino, alla vigilia del decimo anniversario della morte dell’Avvocato. “L'Avvocato Agnelli - continua ancora l’arcivescovo - amava Torino nel cercare di costruire il suo futuro e questo dovrebbe essere alla base dell'azione anche oggi delle istituzioni e della stessa Azienda . Torino - afferma poi parlando della sua città oggi - ha bisogno di investimenti, certo, ma anche di affetto, fiducia e speranza per il futuro. Io non ho conosciuto personalmente l'Avvocato Agnelli, ma, come tutti, ho seguito le sue vicende e ricordo la sua perseveranza nel lavoro e la sua capacità di saper superare con lungimiranza i momenti di crisi e di promuovere relazioni e il dialogo con tutte le parti e il suo esempio dovrebbe essere ancora oggi testimonianza». Giovedì l’arcivescovo di Torino celebrerà, alla presenza del Presidente della Repubblica, una messa in suffragio nel decimo anniversario nel duomo della città. «Questa celebrazione - conclude - vuole essere uno stimolo a guardare avanti, a seguire il suo esempio e insegnamento, in modo che si possa mettere in gioco tutto ciò che serve non solo perché la Fiat resti a Torino ma perché si senta sempre più inserita nel tessuto di questa città, dove è nata”.

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