Parigi, Roma e la vera famiglia



Parigi. Poco più di due settimane fa, domenica 13, le strade della capitale francese si sono riempite di manifestanti, non tanto contrari alla nuova legislazione sulle coppie omosessuali e sulla possibilità di adottare bambini, quanto più a difesa della tradizionale struttura della famiglia, quella stessa struttura grazie alla quale esiste chi scrive questo articolo come anche chi legge. Non si tratta di una sterile protesta negativa, ma di una ben più fertile protesta attiva, non all’insegna di “valori” negativi, bensì all’insegna di valori positivi ed imposti alla nostra società da una cultura tutt’altro che opprimente, che al contrario ci trasmette un bagaglio di principi indispensabili per qualsiasi civile convivenza.
Il presidente Hollande si è visto recapitare una lettera dell’ex premier Francois Fillon che prende una netta posizione sull’argomento e - dall’alto della sua esperienza a capo del governo dal 2007 al 2012 -, si permette di suggerire al Presidente di abbandonare un progetto legislativo che non farebbe altro che spaccare la Francia, senza alcun vantaggio reale: non sarebbe segno di debolezza, bensì di responsabilità e coscienziosità. “Signor presidente, il 13 gennaio numerosi francesi manifesteranno contro  il suo progetto di legge che apre al matrimonio e all'adozione per le coppie dello stesso sesso. In modo grave e sincero, saranno gli interpreti di una Francia che rimane legata al quadro tradizionale del matrimonio. Questa Francia non va dimenticata o stigmatizzata. Le sue preoccupazioni sono reali, le sue motivazioni profonde e argomentate”.
“Roma come Parigi” si augura qualcuno. O forse, teme qualcuno. Un timore dettato dalla situazione estrema in cui versa la Francia socialista, una situazione che - si spera - non arrivi a dettare una simile reazione nei nostri confini. Ma, già in concomitanza con le precedenti manifestazioni parigine, anche la Città Eterna ha manifestato in difesa "della famiglia naturale composta da un uomo e una donna, della filiazione naturale e del diritto del bambino di essere allevato da un padre e da una madre". Fidarsi e bene, ma non fidarsi e meglio, e allora meglio iniziare a prepararsi a difendere a denti stretti le nostre famiglie.

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