L’Arcigay è una rinomata e conosciuta associazione senza
scopo di lucro, che - per definizione - dovrebbe vivere esclusivamente di
donazioni. E tuttavia nei mesi scorsi un indecente muro di omertà è finalmente
crollato, riportando alla luce una realtà di cui è davvero difficile essere
orgogliosi.
Il Comune di Bologna ha difatti elargito negli ultimi mesi
cifre considerevoli nelle casse della sede cittadina dell’associazione, pari
non solo alla metà delle spese delle utenze, ma anche un non meglio definito contributo
di 41 000 €. Si tratta di emolumenti da aggiungere al comodato d’uso gratuito
della sede dell’associazione, che costa ai contribuenti bolognesi la modica
cifra di 72 000 € annui, cifra appena sufficiente per consentire ai gay
bolognesi di pagare abbondantemente dj e feste in discoteca.
La domanda dunque sorge spontanea: si tratta di un caso
isolato o della punta di un iceberg? Si tratta di una prassi consolidata per
tutte le 52 sedi dell’Arcigay sul territorio nazionale o un caso a sé stante?
Speriamo - di cuore - di avere presto risposte e -altrettanto sinceramente - di
essere tranquillizzati che i soldi degli onesti cittadini italiani non vadano a
rifornire le casse di un’associazione apparentemente no profit.
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