«Tutto il terzo settore è stato duramente colpito dalla situazione
economica attuale». La crisi ha sigificato meno elargizioni e non a
parole ma nei fatti «la non-politica ha ridotto il 5xmille a un misero
3xmille»: Bruno Pescia racconta le difficoltà della piccola
Onlus-Noprofit fondata in memoria del figlio Andrea che garantisce
istruzione, pasti caldi e cure amorevoli a 150 bambini di una favela di
Fortaleza, in Brasile. «I fondi del 5xmille sono passati da 12.500 a
10.000 euro. Ma lo sapevamo, l’aria che tirava era brutta da tempo,
purtroppo!».
L’“Associazione Andrea Pescia” – come tantissime realtà simili – sa che è necessario ingegnarsi. Sempre, e di questi tempi anche di più. Ieri, a Padova, il signor Bruno e la rete di volontari che ha saputo tessere hanno presentato il frutto di due anni di fatica, un film – realizzato a costo zero «o quasi», ci tiene a precisare Pescia – che racconta la vicenda di Andrea, ucciso in Brasile nel 2006.
La crisi deprime anche la generosità e chi sperava che il 2012 sarebbe stato l’anno della risalita sarà quasi certamente deluso.
Paradossalmente, a entrare in crisi sono sempre più spesso quei servizi a carattere sociale o socio-sanitario che si occupano di persone in difficoltà a causa della crisi e che assumono un ruolo decisivo proprio nel contrasto di quel disagio. Il cortocircuito è dietro l’angolo: perché se è vero che molte strutture sono in sofferenza e non è escluso che si risolvano a chiudere i battenti a causa dei tagli o delle mancate erogazioni da parte delle amministrazioni pubbliche è anche vero che fino a oggi sono state quelle stesse amministrazione pubbliche ad appoggiarsi al non profit, in una logica di sussidiarietà e competenza.
L’indagine sull’andamento delle raccolte fondi nell’anno passato è in corso, realizzata come sempre dall’Osservatorio di sostegno al Non Profit sociale dell’Istituto Italiano della Donazione: le Onp che volessero dare il loro contributo alla ricerca possono compilare il questionario (entro il 17 febbraio) all’indirizzo
www.istitutoitalianodonazione.it.
I primi dati sul 2012 confermano che il periodo nero cominciato nel 2011 non è ancora superato: tra gennaio e giugno dello scorso anno le cose sono andate molto peggio di quanto le organizzazioni immaginassero. Se il 39% confidava in un miglioramento, solo poco più di un terzo – il 14% – ha visto confermate le aspettative, raccogliendo più donazioni dai privati. Vedeva un futuro nero il 24% delle associazioni e invece è stato il 39% a dover fare i conti con una realtà meno rosea del previsto e con una generosità ridotta ai minimi termini. La carità degli italiani, indicata dalla metà del campione preso in esame dall’Iid come la fonte più consistente delle entrate, perde 11 punti percentuali. Lo stesso succede con le aziende che di punti percentuali ne perdono 16.
Le Onp sono già ben oltre l’orlo della crisi. Colpa della considerevole contrazione delle offerte sborsate da privati, sia persone fisiche sia aziende, che si somma ai tempi lunghi dello Stato nel pagamento dei già risicati fondi del 5Xmille, ai tagli alle politiche sociali. Infine ma non ultimo ha avuto ricadute pesantissime sul settore la recente imposta dell’Imu applicata anche agli enti non commerciali.
Davvero la depressione delle offerte originata dalla crisi può venir trasformata in un’opportunità di crescita e di cambiamento?
«Tutto è molto più difficile e la strada è in salita. Ma grazie a parecchio entusiasmo e ad altrettanto sudore abbiamo coperto le spese per tutto il 2013 e i nostri bimbi per ora stanno tranquilli. Piangersi addosso – conclude Bruno Pescia – non serve a nulla, occorre tirarsi su le maniche e darsi da fare con idee innovative. Senza contare sulle istituzioni, più abili a togliere che a concedere».
L’“Associazione Andrea Pescia” – come tantissime realtà simili – sa che è necessario ingegnarsi. Sempre, e di questi tempi anche di più. Ieri, a Padova, il signor Bruno e la rete di volontari che ha saputo tessere hanno presentato il frutto di due anni di fatica, un film – realizzato a costo zero «o quasi», ci tiene a precisare Pescia – che racconta la vicenda di Andrea, ucciso in Brasile nel 2006.
La crisi deprime anche la generosità e chi sperava che il 2012 sarebbe stato l’anno della risalita sarà quasi certamente deluso.
Paradossalmente, a entrare in crisi sono sempre più spesso quei servizi a carattere sociale o socio-sanitario che si occupano di persone in difficoltà a causa della crisi e che assumono un ruolo decisivo proprio nel contrasto di quel disagio. Il cortocircuito è dietro l’angolo: perché se è vero che molte strutture sono in sofferenza e non è escluso che si risolvano a chiudere i battenti a causa dei tagli o delle mancate erogazioni da parte delle amministrazioni pubbliche è anche vero che fino a oggi sono state quelle stesse amministrazione pubbliche ad appoggiarsi al non profit, in una logica di sussidiarietà e competenza.
L’indagine sull’andamento delle raccolte fondi nell’anno passato è in corso, realizzata come sempre dall’Osservatorio di sostegno al Non Profit sociale dell’Istituto Italiano della Donazione: le Onp che volessero dare il loro contributo alla ricerca possono compilare il questionario (entro il 17 febbraio) all’indirizzo
www.istitutoitalianodonazione.it.
I primi dati sul 2012 confermano che il periodo nero cominciato nel 2011 non è ancora superato: tra gennaio e giugno dello scorso anno le cose sono andate molto peggio di quanto le organizzazioni immaginassero. Se il 39% confidava in un miglioramento, solo poco più di un terzo – il 14% – ha visto confermate le aspettative, raccogliendo più donazioni dai privati. Vedeva un futuro nero il 24% delle associazioni e invece è stato il 39% a dover fare i conti con una realtà meno rosea del previsto e con una generosità ridotta ai minimi termini. La carità degli italiani, indicata dalla metà del campione preso in esame dall’Iid come la fonte più consistente delle entrate, perde 11 punti percentuali. Lo stesso succede con le aziende che di punti percentuali ne perdono 16.
Le Onp sono già ben oltre l’orlo della crisi. Colpa della considerevole contrazione delle offerte sborsate da privati, sia persone fisiche sia aziende, che si somma ai tempi lunghi dello Stato nel pagamento dei già risicati fondi del 5Xmille, ai tagli alle politiche sociali. Infine ma non ultimo ha avuto ricadute pesantissime sul settore la recente imposta dell’Imu applicata anche agli enti non commerciali.
Davvero la depressione delle offerte originata dalla crisi può venir trasformata in un’opportunità di crescita e di cambiamento?
«Tutto è molto più difficile e la strada è in salita. Ma grazie a parecchio entusiasmo e ad altrettanto sudore abbiamo coperto le spese per tutto il 2013 e i nostri bimbi per ora stanno tranquilli. Piangersi addosso – conclude Bruno Pescia – non serve a nulla, occorre tirarsi su le maniche e darsi da fare con idee innovative. Senza contare sulle istituzioni, più abili a togliere che a concedere».
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