Il Casto Monarca



09/01/1878. A Roma muore il primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II. Si spegne ad appena 58 anni, dopo, però, aver visto coronato il suo sogno di unificare l’Italia sotto lo stemma Sabaudo. Gli vengono conferiti anche i sacramenti, dopo autorizzazione del papa stesso, quel Pio IX cui aveva tolto il potere temporale ma che sempre lo aveva considerato come un figlio, come dimostrò, ad esempio, permettendo la regolarizzazione del suo rapporto con la contessa Mirafiori. Una delle tante storie affettive di una vita da Casanova… In occasione della solenne messa di trigesimo nel Pantheon, dove il re è seppellito, il ministro dell’Interno Francesco Crispi aveva ritenuto opportuno far conoscere in Vaticano il testo delle iscrizioni funerarie che si intendeva porre al lato del catafalco. L’inviato speciale, barone Monti, aveva riferito che, attesa la delicatezza della questione, era stato accompagnato presso lo stesso Sommo Pontefice trovandolo molto stanco, ma vivace e polemico (nemmeno un mese dopo anche lui sarebbe morto, dopo 32 anni di regno). Con qualche disagio il barone aveva annotato i pungenti commenti di Pio IX alle singole lodi: «“Amò la libertà”: infatti disse il Papa noi siamo prigionieri; “Amò la giustizia”: infatti ha preso quello che non è suo». E così via. Ma il finale era stupendo: «Richiesta Sua Santità di un giudizio globale ha detto di ringraziare il signor ministro per l’attenzione usatagli e ha proposto una piccola aggiunta per farne
un monumento di verità: dilexit castitatem». 
Il Senatore di diritto nella prima legislatura come ex parlamentare non compromesso (1909-1929) e dal 1957 alla morte senatore a vita per dieci anni, l’anziano onorevole Giuseppe Paratore, una miniera di ricordi personali e, più tardi, segretario particolare ed esecutore testamentario di Crispi, conservava gelosamente una copia di questo rapporto…
Per amor di cronaca, occorre precisare che si ebbe il buon gusto di evitare di porre alcuna iscrizione così come ogni altro simbolo politico stante l’ostilità tra l’autorità secolare e quella ecclesiastica, per la recentissima onta di Porta Pia. Tuttavia, il Pantheon conserva ancora le spoglie mortali di Vittorio Emanuele II così come del suo successore e figlio, Umberto I, benché egli abbia molte più cose in comune con un altro ospite illustre del tempio che Adriano consacrò alle divinità universe: Raffaello Sanzio…A buon intenditor poche parole…
da “30 giorni” di Giulio Andreotti ©