Duce, mi avete commosso!


Facciamo seguito alla dichiarazione di guerra di Mussolini del 10 giugno 1940, commentata nel primo numero di questa rubrica, con un altro documento di quel giorno, il telegramma che Adolf Hitler scrisse al Duce e che fece leggere alla radio a reti unificate. I ripetuti riferimenti di Mussolini a Hitler e l’ostentato orgoglio di scendere in guerra al fianco dell’alleato tedesco non poteva avere risposta diversa: il telegramma si apre indirizzandosi al Duce, ma è destinato a tutti gli italiani, cui sono rivolti i pensieri dell’intera nazione tedesca.

Se Mussolini aveva definito l’esercito tedesco “meravigliose forze armate”, Hitler si dichiara orgoglioso di poter combattere con i “camerati italiani”; sembra che il telegramma - seppure nella sua brevità - sia una risposta puntuale all’immediatamente precedente discorso di Mussolini: infatti, come il Duce aveva accusato chiaramente la Francia e la Gran Bretagna di aver agito in maniera tale da compromettere definitivamente la pace europea e mondiale, il Fuhrer afferma che queste avevano “respinto ogni offerta di regolamento pacifico”, rifiutando anche la mediazione offerta dall’Italia.

Infine Hitler conclude accomunando le motivazioni che hanno portato in guerra l’Italia e quelle della Germania: entrambe sono mosse da un anelito alla libertà che le porta a combattere e lottare per il futuro delle rispettive popolazioni.

TELEGRAMMA del 10 giugno 1940

Duce, la decisione storica che Voi avete oggi proclamato mi ha commosso profondamente. Tutto il popolo tedesco pensa in questo momento a Voi e al vostro Paese.Le forze armate germaniche gioiscono di poter essere in lotta al lato dei camerati italiani. Nel settembre dell’anno scorso i dirigenti britannici dichiararono al reich la guerra, senza un motivo. Essi respinsero ogni offerta di un regolamento pacifico. Anche la Vostra proposta di mediazione si ebbe una risposta negativa. Il crescente sprezzo dei diritti nazionali dell'ITALIA da parte dei dirigenti di Londra e di Parigi ha condotto noi,che siamo stati sempre legati nel modo più stretto attraverso le nostre Rivoluzioni e politicamente per mezzo dei trattati, a questa grande lotta per la libertà e per l'avvenire dei nostri popoli.