Domani 12 ottobre ricorre il 520° anniversario della
scoperta dell’America, di cui abbiamo sentito parlare fino alla nausea sin
dalle scuole elementari; se tuttavia tutti conoscono gli avvenimenti di quel venerdì 12
ottobre, forse non tutti sanno degli avvistamenti del giorno precedente, di cui
rimane traccia indelebile nei diari di bordo, soprattutto nel Journal di Cristoforo
Colombo. In questi scritti si afferma che nella serata dell’11 ottobre furono
viste delle luci, “come una piccola candela che si levava e si agitava,
sembrando una sorta di indicazione di terra". Poco più avanti Colombo
definisce quel segno “un segno di Dio e prima, vera e positiva indicazione
di una terra”: dopo meno di 24 ore le tre caravelle raggiungeranno il Nuovo
Continente.
Sull’origine di tale inspiegabili luci che ondeggiavano all’orizzonte
si sono espressi i più esperti uomini di mare ed astrologi di ogni tempo, a
partire dal vescovo Bartolomè de las Casas, secondo il quale i bagliori di cui
si parla nei diari di bordo non sono altro che la luce proveniente dai falò
accesi dagli indigeni per necessità di calore o luce. E tuttavia si scoprì poi
che alle 22, l’orario degli avvistamenti, le navi erano a ben 35 miglia da
terra, una distanza che non consentiva assolutamente di vedere alcunché sulla
terra.
La risposta più recente al mistero degli avvistamenti dell’11
ottobre consiste nella bioluminescenza di alcuni protozoi presenti sulle rocce delle
isole di uno degli arcipelaghi dell’Atlantico piuttosto vicini alla rotta
seguita dalle tre caravelle, quello delle isole Caicos. Alcuni recenti studi
hanno evidenziato come questi protozoi possano avere una luminosità varia, a
tratti molto intensa e a tratti piuttosto debole, così da giustificare l’effetto
“candela” di cui si parla nei diari. È comunque appurato che gli avvistamenti
della sera dell’11 ottobre furono i primi avvistamenti dell’America, sebbene lo
sbarco effettivo avvenne - come tutti sappiamo - il 12 ottobre.