Tutti noi
abbiamo negli occhi la famosa immagine che affianca Gigi Buffon a Sulley Muntari
davanti alla porta di San Siro, l'uno esaltante, l'altro intento a tirare fuori
dalla porta un pallone che aveva varcato palesemente la fatidica linea.
Abbiamo
tutti davanti agli occhi i titoli di giornale e i servizi televisivi sulla
rivoluzione dell'introduzione dell'occhio di falco a partire dai prossimi Mondiali per Club.
Chi ha buona memoria ricorderà certamente quando, oramai
tre anni orsono, la UEFA introdusse i cosiddetti "arbitri di porta",
tra lo stupore generale e lo scetticismo di molti. Ricorderanno anche la
rispettabile opinione allora esposta da Michelle Platini: "meglio altri
due occhi umani piuttosto che una macchina".
Ricorderanno certamente tutti la piacevole partita di sabato a
Pechino fra Juventus e Napoli, rovinata da una prestazione scadente della -
oramai - cinquina arbitrale guidata da Mazzoleni. I giornali sono andati giù pesanti
contro il direttore di gara ed i suoi assistenti, accusando di aver profanato
il tempio dello spirito olimpico, teatro delle imprese di Bolt; De Laurentis è andato
giù ancora più pesante, facendo disertare la premiazione prima
e concedendosi sorridente ai giornalisti poi. Proprio davanti ai microfoni ha
chiesto con molto garbo e rispetto dove avesse imparato il macedone
l'assistente Stefani e chiedendo un po' di buon senso da parte della classe
arbitrale.
Le parole del patron napoletano non hanno avuto risposta dai
palazzi dell'AIA né da quelli della Lega, ma semplicemente dai
fatti: se la classe arbitrale manca di buonsenso, dicasi la stessa cosa
dell'intero mondo del calcio, in riferimento all'inutile quanto deleteria
buffonata messa in scena da De Laurentis. Gli arbitri sono parte di questo
magnifico gioco che è il calcio, al pari dei calciatori e degli
allenatori; ma se un attaccante sbaglia un gol a porta vuota, o un portiere
subisce un gol sotto le gambe, o un allenatore sbaglia la formazione della
propria squadra, sono errori ammissibili, se l'arbitro sbaglia ad assegnare un
rigore e l'assistente a segnalare un fuorigioco tutti riflettori vengono
puntati su di loro e piovono condanne da ogni dove. Ecco cosa manca al nostro
calcio: non il microchip nel pallone, non l'occhio di falco, non la moviola in
campo, non il sesto ed il settimo arbitro, ma il buonsenso. Da parte di tutti.
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