La Storia mai scritta


Marzo 1940. Foresta di Katyn, al confine fra Russia e Bielorussia. 25 421 ufficiali e sottoufficiali po- lacchi vengono fucilati per or- dine del Polit- buro. Viene fisi- camente cancel- lata l’intera classe dirigente polacca. Ma i libri non ne parlano. 
Triennio 1936-1939. La Spagna è sconvolta dalla Guerra Civile; tre anni di durissime persecuzioni per la Chiesa spagnola: almeno 6 845 persone fra vescovi, sacerdoti, seminaristi, religiosi e religiose perdono la vita. In una diocesi della Spagna Settentrionale sopravvivono alla guerra solo 17 sacerdoti su 140. A Toledo viene ucciso il 48% del clero. Ma i libri non ne parlano.
Maggio 1942. Tripoli. Vengono rinchiusi nel vicino campo di concentramento di Giado 2 597 ebrei; oltre 600 di loro trovano la morte in patria, gli altri nel lager di Bergen-Belsen. Viene completamente eliminata l’intera comunità ebrea in Libia. Ma i libri non ne parlano.
Stavolta non c’entrano niente i tagli all’istruzione né quelli alla ricerca. Le cose si sanno. Ma non si vogliono dire. Le responsabilità del massacro di Katyn sono state in parte ammesse anche da Putin l’anno scorso. Ma all’evento non è stato dato alcun risalto. Nel 2007 è uscito un film sulla strage, girato dal figlio di una delle vittime. Ha ottenuto diverse nomination all’Oscar. Ma è uscito in pochissime sale.
La storia dell’ultimo secolo è piena di episodi cancellati dai libri, che si fa di tutto per non far conoscere. E ancora prima, il XIX secolo è narrato dai nostri libri con una serie di leggende e luoghi comuni che non fanno altro che nascondere la storia. “Prima dell’Unità d’Italia il Nord era ricco e il Sud era povero”. I titoli del Regno Sabaudo quotate intorno al 1850 alla borsa di Parigi perdevano in media il 30% sul valore nominale ogni anno; quelle del Regno Borbonico guadagnavano circa il 20% annuo. Al momento dell’introduzione della lira la grandissima maggioranza di monete vennero ritirate dal Meridione, nonostante quest’ultimo avesse meno della metà della popolazione del primo: il 65,7% di tutte le monete circolanti nella penisola provenivano dalle Due Sicilie. Ma oggi si legge che il Sud è sempre stato povero e che non è altro che un peso per l’Italia.
Non si tratta di errori, ma di scelte. Scelte su cosa possiamo studiare. Scelte ben precise che non ci vogliono far sapere nulla delle stragi partigiane, né della strage di Ustica, né di chi ha ucciso Aldo Moro né di tantissimi tasselli fondamentali che costituiscono la storia dell’Italia e dell’Europa.
Alla luce dell’analisi di pochi dati risulta quindi evidente quanto la nostra informazione e la nostra istruzione sia oggetto di speculazioni da parte di chi ha interesse a tenerci all’oscuro della storia tramite ogni mezzo: istruzione, media, comunicazione. Inoltre rientrano in questa azione disinformativa anche racconti e romanzi che presentano come vera una storia falsata nel proprio corso per dare adito ai propri ideali, formando quindi fra i lettori un’idea distorta del susseguirsi degli eventi. Facile vittima di questi tentativi di stravolgimenti della storia -spesso con fini ideologici- è stato il Medioevo. Anche in questo caso i libri che popolano le nostre aule riportano solo una parte degli eventi di questi secoli e li presentano molto spesso in maniera tale da indurre il lettore ad un determinato giudizio. Correndo il rischio di cadere nel banale si possono portare come esempi il mito della caccia alle streghe e dell’Inquisizione, oltre alla favolistica concezione di Medioevo come periodo morto per l’arte e la cultura.
L’Italia ricopre il 75° posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa, dietro paesi come il Benin, le Isole Samoa ed il Ghana. Libertà di stampa, libertà di sapere e di studiare. Ecco cosa manca alla nostra scuola e al nostro paese.

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