Nella settimana della sconfitta azzurra più scottante, quella del
doping di Schwazer, è
doveroso concedere lo spazio che merita a chi si presenta alla sua ottava
olimpiade con 47 primavere alle spalle e dopo aver chiuso quinta a tre decimi
da una storica medaglia si concede sorridente ai microfoni dicendo: "È stato bello sognare
insieme". Questa è
Josefa Idem, questa è
un'atleta straordinaria, da portare ad esempio per tutti coloro che dopo una
prestazione deludente abbandonano il grande palcoscenico per "staccare un
anno e fare quello che mi diverte" (ogni riferimento a persona o fatti
realmente accaduti è
puramente intenzionale...).
Ieri pomeriggio è arrivata finalmente la prima medaglia del
nuoto azzurro, con l'inaspettato bronzo di Martina Grimaldi nella 10 km, che
addolcisce almeno un po' le delusioni del nuoto italiano oltremanica.
La scherma si conferma la regina delle
Olimpiadi azzurre, con le sette medaglie all'attivo, con un invidiabile primato
nel fioretto a squadre sia maschile che femminile, e nell'individuale femminile
con il podio tricolore che rimarrà nella memoria di molti.
Rimane un piccolo grande rimpianto dopo
questa settimana olimpica, e risponde al nome di Vanessa Ferrari, solo quarta
nel corpo libero: prende la sua ennesima medaglia di legno e non riesce a
trattenere le lacrime per una medaglia sfuggitale per soli 3 decimi per un
cavillo del regolamento.
Fortunatamente ci pensa l'atletica a regalarvi qualche soddisfazione, con il meravoglioso bronzo di Fabrizio Donato nel salto triplo, che fa risuonare per la prima volta in terra inglese l'Inno di Mameli su un podio dello sport regina, l'atletica leggera; a Pechino avevamo raggiunto il podio con Schwazer e la Rigaudo nella marcia, ma nessun podio olimpico sul campo.
Fortunatamente ci pensa l'atletica a regalarvi qualche soddisfazione, con il meravoglioso bronzo di Fabrizio Donato nel salto triplo, che fa risuonare per la prima volta in terra inglese l'Inno di Mameli su un podio dello sport regina, l'atletica leggera; a Pechino avevamo raggiunto il podio con Schwazer e la Rigaudo nella marcia, ma nessun podio olimpico sul campo.
Che non fosse nemmeno pensabile avvicinare le
36 medaglie di Roma 1960 era dato per certo, ma non era nemmeno eccessivamente
ottimistico pensare di raggiungere le 27 medaglie cinesi di quattro anni fa;
arrivare a due giorni dalla conclusione dei giochi con una sola medaglia nel
nuoto è
davvero una delusione scottante, alla luce della considerazione delle
soddisfazioni che questo sport ci ha dato negli ultimi anni e che, nonostante
tutto, 19 medaglie rimangono comunque un discreto bottino.
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