“L’onestà andrà di moda” diceva Grillo il 25
febbraio, appena si è reso conto della consistenza del suo successo elettorale.
E se finora non abbiamo avuto troppe prove per contraddire il guru dei 5 Stelle
- in fondo una casetta in Costa Rica non è niente di che... - abbiamo fin
troppo materiale per fare una lucida considerazione sull’invasione grillina di
Montecitorio e Palazzo Madama. Tralasciando la solidità politica che già le
prime votazioni hanno dimostrato essere tutt’altro che rassicurante, appare immediata
una riflessione tanto semplice quanto chiarificante sulla situazione presa in
questione: Grillo ha raccolto un malcontento popolare - che, col senno di poi ,
si è dimostrato assolutamente incosciente - per riempire il Parlamento di
soggetti assolutamente digiuni non solo di politica o economia, ma anche di
buon senso o addirittura di grammatica italiana. Dei Parlamentari grillini
preoccupati dagli OGM e dai microchip sottocutanei più che da recessione e
debito pubblico - o semplicemente l’assenza di un governo - se ne è parlato a
tal punto che si era sparsa la voce che Grillo avesse chiesto alla LUISS di
proporre ai neo eletti delle lezioni di diritto costituzionale, come se,
sapendo come si elegge il Presidente della Repubblica, ci si rendesse conto
delle priorità più elementari di un paese allo sbando... La LUISS, dall’alto
della sua reputazione internazionale, si è affrettata a smentire di aver mai
pensato di organizzare tali corsi.
È proprio di stamattina l’ennesima gaffe del MoVimento, con
la senatrice Elena Fattori, che ha difeso la sua scelta di votare Grasso alla
presidenza del Senato con un post sulla sua pagina ufficiale si Facebook:
nell’imbarazzo generale la “cittadina” ha scritto di non essere comunque
disposta a “appoggiare forse politiche”, dimostrando che, in fin
dei conti, la collega Marta Grande non si deve vergognare di non avere una
laurea perché, ne abbiamo avuto la dimostrazione, in fondo serve a ben poco se
non si sa nemmeno scrivere in italiano...
L’Italia è come un malato - a che punto della sua degenza
meglio non saperlo... - e agli italiani è spettato il duro compito di
sceglierne il medico: c’è chi è andato sull’usato sicuro, accettando anche
magari di pagare qualcosa in più pur di stare sicuri cha almeno si rendano
conto della gravità del paziente. C’è chi invece ha preferito un medico onesto
- lo vogliamo sperare - ma che di medicina ci capisce ben poco, che
probabilmente non sa nemmeno leggere un termometro e considera più preoccupante
un capello fuori posto che un quadro clinico da malato terminale.
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