Primo Angelus di Papa Francesco a Piazza San Pietro, in una prima domenica di pontificato storica almeno quanto la settimana che apre, con la messa di Intronizzazione di martedì, solennità di San Giuseppe,e che si concluderà con l'evento più unico che raro dell'incontro fra Papa Regnante e Papa Emerito: una domenica resa storica da tanti piccoli gesti che nel loro contesto assumono un carattere incredibilmente sorprendente.
Messa nella Chiesa di Sant'Anna alle 10 per Papa Francesco, poi primobagno di folla uscendo dalla chiesa per affacciarsi su via di Porta Angelica, al di fuori delle mura vaticane, prima e dopo la Messa, per incontrare il suo gregge, la gente della sua diocesi, i suoi "parrocchiani" - come ha affermato lui stesso: stringe loro le mani, benedice i bambini. Una domenica unica, si diceva, è unico è anche l'Angelus stesso del nuovo Pontefice: da un balcone con ancora uno stendardo bianco in attesa del nuovo stemma papale, Papa Francesco esordisce con un "Fratelli e sorelle, buongiorno" che sembra voler azzerare le distanze fra la lontana finestra degli appartamenti pontifici e la piazza, che "grazie ai media, assume le dimensioni di tutto il mondo", non diversamente dal suo primo approccio al Popolo di Dio mercoledì scorso. Semplicità e incredibile capacità comunicativa. Questi i due grandi pregi messi in mostra dal nuovo Pontefice in queste prime apparizioni pubbliche: le sue parole, i suoi gesti, tutto sembra voler trasmettere qualcosa che il Vescovo di Roma vuole trasmettere alla Chiesa intera.
L'Angelus è in parte letto e in parte improvvisato, a differenza dell'Omelia della messa mattutina, interamente a braccio: una coincidenza provvidenziale ha voluto porre la prima messa domenicale di Papa Francesco in una domenica il cui Vangelo annuncia la Misericordia di Dio, offrendo al Papa l'occasione di farne immediatamente un tema cardine del suo Pontificato.
TESTO INTEGRALE del PRIMO ANGELUS di PAPA FRANCESCO
"Fratelli e sorelle, buongiorno!
Dopo il primo incontro di mercoledì scorso, oggi posso rivolgere di nuovo il mio
saluto a tutti! E sono felice di farlo di domenica, nel giorno del Signore!
Questo è bello è importante per noi cristiani: incontrarci di domenica,
salutarci, parlarci come ora qui, nella piazza. Una piazza che, grazie ai media,
ha le dimensioni del mondo.
In questa quinta domenica di Quaresima, il Vangelo ci presenta l’episodio della
donna adultera (cfr Gv 8,1-11), che Gesù salva dalla condanna a morte.
Colpisce l’atteggiamento di Gesù: non sentiamo parole di disprezzo, non sentiamo
parole di condanna, ma soltanto parole di amore, di misericordia, che invitano
alla conversione. “Neanche io ti condanno: va e d’ora in poi non peccare più!”
(v. 11). Eh!, fratelli e sorelle, il volto di Dio è quello di un padre
misericordioso, che sempre ha pazienza. Avete pensato voi alla pazienza di Dio,
la pazienza che lui ha con ciascuno di noi? Quella è la sua misericordia. Sempre
ha pazienza, pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di
perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito. “Grande è la
misericordia del Signore”, dice il Salmo.
In questi giorni, ho potuto leggere un libro di un Cardinale – il Cardinale
Kasper, un teologo in gamba, un buon teologo – sulla misericordia. E mi ha fatto
tanto bene, quel libro, ma non crediate che faccia pubblicità ai libri dei miei
cardinali! Non è così! Ma mi ha fatto tanto bene, tanto bene … Il Cardinale
Kasper diceva che sentire misericordia, questa parola cambia tutto. E’ il meglio
che noi possiamo sentire: cambia il mondo. Un po’ di misericordia rende il mondo
meno freddo e più giusto. Abbiamo bisogno di capire bene questa misericordia di
Dio, questo Padre misericordioso che ha tanta pazienza … Ricordiamo il profeta
Isaia, che afferma che anche se i nostri peccati fossero rossi scarlatti,
l’amore di Dio li renderà bianchi come la neve. E’ bello, quello della
misericordia! Ricordo, appena Vescovo, nell’anno 1992, è arrivata a Buenos Aires
la Madonna di Fatima e si è fatta una grande Messa per gli ammalati. Io sono
andato a confessare, a quella Messa. E quasi alla fine della Messa mi sono
alzato, perché dovevo amministrare una cresima. E’ venuta da me una donna
anziana, umile, molto umile, ultraottantenne. Io l’ho guardata e le ho detto:
“Nonna – perché da noi si dice così agli anziani: nonna – lei vuole
confessarsi?”. “Sì”, mi ha detto. “Ma se lei non ha peccato …”. E lei mi ha
detto: “Tutti abbiamo peccati …”. “Ma forse il Signore non li perdona …”. “Il
Signore perdona tutto”, mi ha detto: sicura. “Ma come lo sa, lei, signora?”. “Se
il Signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe”. Io ho sentito una
voglia di domandarle: “Mi dica, signora, lei ha studiato alla Gregoriana?”,
perché quella è la sapienza che dà lo Spirito Santo: la sapienza interiore verso
la misericordia di Dio. Non dimentichiamo questa parola: Dio mai si stanca di
perdonarci, mai! “Eh, padre, qual è il problema?”. Eh, il problema è che noi ci
stanchiamo, noi non vogliamo, ci stanchiamo di chiedere perdono. Lui mai si
stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci
stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre
perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo
ad essere misericordiosi con tutti. Invochiamo l’intercessione della Madonna che
ha avuto tra le sue braccia la Misericordia di Dio fatta uomo.
Adesso tutti insieme preghiamo l’Angelus:
[preghiera dell’Angelus]
Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini. Grazie della vostra accoglienza
e delle vostre preghiere. Pregate per me, ve lo chiedo. Rinnovo il mio abbraccio
ai fedeli di Roma e lo estendo a tutti voi, e lo estendo a tutti voi, che venite
da varie parti dell’Italia e del mondo, come pure a quanti sono uniti a noi
attraverso i mezzi di comunicazione. Ho scelto il nome del Patrono d’Italia, San
Francesco d’Assisi, e ciò rafforza il mio legame spirituale con questa terra,
dove – come sapete – sono le origini della mia famiglia. Ma Gesù ci ha chiamati
a far parte di una nuova famiglia: la sua Chiesa, in questa famiglia di Dio,
camminando insieme sulla via del Vangelo. Che il Signore vi benedica, che la
Madonna vi custodisca. Non dimenticate questo: il Signore mai si stanca di
perdonare! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono.
Buona domenica e buon pranzo!"
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