Il giorno fissato per l'inizio
del conclave, tutti i cardinali si riuniscono nella basilica di San Pietro dove
celebrano la Missa Pro eligendo
Romano Pontifice. Il pomeriggio i cardinali elettori in abito corale si
recano in processione cantando il Veni Creator dalla cappella
paolina verso la cappella Sistina, dove, nei giorni dell'interregno,
sono stati allestiti i banchi per la votazione nel coro, è stata eseguita la
bonifica da qualsiasi mezzo audiovisivo o di trasmissione all'esterno, ed è
stata montata la stufa, nella quale verranno bruciati appunti e voti degli
elettori e verrà dato, attraverso i segnali di fumo, una fumata nera per
ogni avvenuta votazione, fino a quando non verrà raggiunto il quorum previsto,
che è indicato all'esterno con una fumata bianca.
Il giuramento
Giunti nel coro della cappella,
il cardinale decano (oppure nell'ordine seguente, il vice decano o il
più anziano dei cardinali elettori secondo l'ordine cardinalizio consueto di
precedenza, se uno o più dei precedenti sia assente o impedito o sia un
cardinale non elettore) pronuncerà per tutti gli elettori il giuramento:
(LA)
« Nos omnes et singuli in hac electione Summi Pontificis versantes Cardinales electores promittimus, vovemus et iuramus inviolate et ad unguem Nos esse fideliter et diligenter observaturos omnia quae continentur in Constitutione Apostolica Summi Pontificis Ioannis Pauli II, quae a verbis « Universi Dominici Gregis » incipit, data die XXII mensis Februarii anno MCMXCVI. Item promittimus, vovemus et iuramus, quicumque nostrum, Deo sic disponente, Romanus Pontifex erit electus, eum munus Petrinum Pastoris Ecclesiae universae fideliter exsecuturum esse atque spiritualia et temporalia iura libertatemque Sanctae Sedis integre ac strenue asserere atque tueri numquam esse destiturum. Praecipue autem promittimus et iuramus Nos religiosissime et quoad cunctos, sive clericos sive laicos, secretum esse servaturos de iis omnibus, quae ad electionem Romani Pontificis quomodolibet pertinent, et de iis, quae in loco electionis aguntur, scrutinium directe vel indirecte respicientibus; neque idem secretum quoquo modo violaturos sive perdurante novi Pontificis electione, sive etiam post, nisi expressa facultas ab eodem Pontifice tributa sit, itemque nulli consensioni, dissensioni, aliique cuilibet intercessioni, quibus auctoritates saeculares cuiuslibet ordinis et gradus, vel quivis hominum coetus vel personae singulae voluerint sese Pontificis electioni immiscere, auxilium vel favorem praestaturos. » |
(IT)
« Noi tutti e singoli Cardinali elettori presenti in questa elezione del Sommo Pontefice promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo di osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni contenute nella Costituzione apostolica del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II,Universi Dominici Gregis, emanata il 22 febbraio 1996. Parimenti, promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo che chiunque di noi, per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice, si impegnerà a svolgere fedelmente il munus Petrinum di Pastore della Chiesa universale e non mancherà di affermare e difendere strenuamente i diritti spirituali e temporali, nonché la libertà della Santa Sede. Soprattutto, promettiamo e giuriamo di osservare con la massima fedeltà e con tutti, sia chierici che laici, il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l'elezione del Romano Pontefice e su ciò che avviene nel luogo dell'elezione, concernente direttamente o indirettamente lo scrutinio; di non violare in alcun modo questo segreto sia durante sia dopo l'elezione del nuovo Pontefice, a meno che non ne sia stata concessa esplicita autorizzazione dallo stesso Pontefice; di non prestare mai appoggio o favore a qualsiasi interferenza, opposizione o altra qualsiasi forma di intervento con cui autorità secolari di qualunque ordine e grado, o qualunque gruppo di persone o singoli volessero ingerirsi nell'elezione del Romano Pontefice. » |
(Papa Giovanni Paolo II, Universi
Dominici Gregis - III, 53)
|
Poi ciascun cardinale
singolarmente si reca all'Evangeliario e pronuncia l'ultima parte del
giuramento:
(LA)
« Et ego N. Cardinalis N. spondeo, voveo ac iuro. » |
(IT)
« Ed io N. Cardinale N. prometto, mi obbligo e giuro. » |
(Papa Giovanni Paolo II, Universi
Dominici Gregis - III, 53)
|
posta la mano sul Vangelo,
prosegue:
(LA)
« Sic me Deus adiuvet et haec Sancta Dei Evangelia, quae manu mea tango. » |
(IT)
« Così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli che tocco con la mia mano. » |
(Papa Giovanni Paolo II, Universi
Dominici Gregis - III, 53)
|
Quando tutti i cardinali avranno
pronunciato il giuramento il maestro delle celebrazioni liturgiche
pontificie pronuncia:
(LA)
« Extra omnes. » |
(IT)
« Fuori tutti. » |
(Papa Giovanni Paolo II, Universi
Dominici Gregis - III, 52)
|
Questo ordine invita tutti gli
astanti, fuorché lo stesso maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie,
l'ecclesiastico incaricato di tenere la meditazione e i cardinali elettori, a
uscire dalla Cappella Sistina. Il Maestro chiude la porta di accesso sotto
chiave. L'ecclesiastico conduce la sua meditazione concernente i problemi della
Chiesa e le qualità che il nuovo eletto dovrà possedere. Dopo la sua
meditazione l'ecclesiastico lascia la cappella insieme al maestro delle celebrazioni
liturgiche pontificie. Seguono le preghiere. Il cardinale decano chiederà se vi
sono ancora dubbi relativi alle procedure. Con la chiarificazione dei dubbi, le
operazioni di voto possono cominciare. I signori cardinali arrivati dopo
l'inizio del conclave sono comunque ammessi. Un cardinale malato può lasciare
il conclave e poi esserne riammesso, un cardinale che lasci il conclave per
qualsiasi altra ragione, non può ritornarvi.
Anche se nel passato i cardinali
elettori potevano essere accompagnati da assistenti ("conclavisti"),
ora solo un infermiere può accompagnare un cardinale che per motivi di salute
necessita di assistenza, come confermato dal Collegio dei Cardinali.
Per assolvere alle incombenze
dell'elezione dovranno essere disponibili il segretario del collegio dei
cardinali, Il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, due cerimonieri,
due religiosi addetti alla sacrestia pontificia e un ecclesiastico assistente
del decano del collegio dei cardinali, tutti preventivamente approvati
dal camerlengo di Santa Romana Chiesa e dai suoi tre cardinali
assistenti pro tempore. Il
camerlengo e i tre cardinali assistenti pro tempore sono obbligati a vigilare perché non venga violata
la riservatezza sia prima sia durante sia dopo le operazioni di voto e di
spoglio. La segretezza è imposta per tutta la durata del conclave: ai
cardinali, ai conclavisti e a tutto il personale non è permesso rivelare
informazioni in merito all'elezione. Ai cardinali è fatto divieto di conversare
con persone fuori dal conclave o di comunicate per posta, per radio o
per telefono. La violazione del segreto da parte del personale ammesso ad
assolvere alle incombenze del conclave è un reato punibile con la
scomunica latae sententiae. Ai
cardinali e' fatto ordine, graviter
onerata ipsorum conscientia, di conservare il segreto anche dopo l'elezione
del pontefice.
Gli scrutini
Posto che la Universi Dominici Gregis abolisce
le forme di elezione dette per
acclamationem seu inspirationem e per compromissum, l'unica forma
di elezione del Romano Pontefice ammessa è per
scrutinium. Per la valida elezione sono richiesti i due terzi dei suffragi,
conteggiati sul numero degli elettori presenti. Nel caso in cui il numero non
sia divisibile per tre è necessario un voto in più.
Agli scrutini si accede subito
dopo la chiarificazione degli ultimi dubbi di voto. Nel caso in cui le elezioni
inizino il pomeriggio del primo giorno di conclave, vi sarà un solo scrutinio.
I giorni seguenti vi saranno due scrutini al mattino, due al pomeriggio.
Ciascun scrutinio si divide in tre fasi:
Antescrutinium
Scrutinium vere proprieque
Post-scrutinium
Antescrutinium. Questa prima fase prevede
che i cerimonieri preparino e distribuiscano due o tre schede a ciascun
cardinale elettore; che l'ultimo cardinale diacono estragga a sorte fra tutti i
cardinali elettori, tre scrutatori, tre incaricati
detti infirmarii che raccolgano i voti dei cardinali infermi presso
la Domus Sanctae Marthae, e tre revisori; che i cardinali elettori,
durante le votazioni, rimangano soli. Subito dopo la distribuzione delle schede,
ma prima che gli elettori scrivano sulla propria scheda, il segretario del
collegio dei cardinali, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie ed
i cerimonieri escono. L'ultimo cardinale diacono chiude e apre la porta ogni
volta si renda necessario (ad esempio quando gli infirmarii escono
con una cassetta per raccogliere i voti dei cardinali infermi presso la Domus
Sanctae Marthae, e poi ritornano).
Ciascun cardinale elettore
dispone di una scheda di forma rettangolare, con riportata la scritta
« Eligo in Summum
Pontificem »
|
(Papa Giovanni Paolo II, Universi
Dominici Gregis - V, 65)
|
sotto la quale ognuno scriverà
con grafia non riconoscibile il nome del cardinale che intende eleggere a
Romano Pontefice.
Scrutinium vere proprieque. Quindi un cardinale alla volta
si reca, tenendo in mano la scheda piegata in due e ben visibile presso
l'altare dove sono i tre scrutatori e un'urna con un piatto appoggiatovi sopra.
Arrivato dinanzi all'affresco Giudizio Universale di Michelangelo pronuncerà
il giuramento:
(LA)
« Testor Christum Dominum, qui me iudicaturus est, me eum eligere, quem
secundum Deum iudico eligi debere. »
|
(IT)
« Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto. » |
(Papa Giovanni Paolo II, Universi
Dominici Gregis - V, 66)
|
e posta la scheda sul piatto, lo
alzerà per lasciarla scivolare all'interno dell'urna; quindi tornerà al proprio
posto.
Compiute le operazioni di voto si
procede alle operazioni di spoglio. Il primo scrutatore agita le schede
nell'urna per mescolarle mentre l'ultimo scrutatore le conteggia una ad una
ponendole in un'altra urna vuota, più piccola. Se il numero non corrispondesse
al numero dei cardinali elettori le schede andrebbero bruciate subito, senza
spoglio.
Il primo e il secondo scrutatore
osservano e leggono il nome scritto su ciascuna scheda, mentre l'ultimo lo
pronuncia a voce alta perché anche i cardinali elettori possano tenere il
conto. Ciascun scrutatore riporta i voti in appositi fogli.L'ultimo scrutatore
legge le schede e contemporaneamente le fora dalla parte interna, dove si trova
la parola "Eligo", per farvi passare un filo. Una volta finito lo
spoglio, l'ultimo scrutatore fa un nodo ai due capi del filo e lo pone in un
contenitore.
Post-scrutinium. Quest'ultima fase comprende il
conteggio dei voti e il bruciamento delle schede nella stufa, solo dopo il
secondo scrutinio eccetto per il pomeriggio del primo giorno o in caso di
avvenuta elezione già al primo scrutinio.
Gli scrutatori assommano i voti
che ciascuno ha riportato. Sia che il quorum sia stato raggiunto sia
in caso di esito negativo i revisori devono controllare tutte le schede e le
annotazioni degli scrutatori per vigilare sul loro operato. Se il quorum non è
stato raggiunto si procede a un'immediata nuova votazione, eccetto che per il
primo giorno di conclave. Nel secondo scrutinio i cardinali ripeteranno le
stesse operazioni ma senza pronunciare di nuovo il giuramento o altre
ripetizioni. Al termine della seconda votazione e prima che i cardinali
abbandonino la Sistina, le schede del secondo e del primo scrutinio vengono
bruciate dagli scrutatori, dal segretario del collegio e dai cerimonieri,
richiamati dall'ultimo cardinale diacono. Si fa ordine a ciascun cardinale di
consegnare i propri appunti al camerlengo o ai cardinali assistenti, affinché
anch'essi siano bruciati. È inoltre previsto che il camerlengo e i cardinali
assistenti stilino una relazione sull'esito di ciascuna sessione di voto da
consegnare al nuovo pontefice in una busta sigillata.
Elezione e
proclamazione del nuovo pontefice
Se per un candidato i voti
raggiungono i due terzi dei votanti, l'elezione del pontefice è canonicamente
valida. L'ultimo dell'ordine dei cardinali diaconi richiama il
maestro delle celebrazioni liturgiche e il segretario del collegio
cardinalizio. Il decano o il vice decano oppure il primo cardinale dei cardinali
vescovi si rivolge all'eletto dicendo:
(LA)
« Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem? » |
(IT)
« Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice? » |
(Papa Giovanni Paolo II, Universi
Dominici Gregis - VII, 87)
|
e a risposta affermativa,
soggiunge:
(LA)
« Quo nomine vis vocari? » |
(IT)
« Come vuoi essere chiamato? » |
(Papa Giovanni Paolo II, Universi
Dominici Gregis - VII, 87)
|
Il candidato risponderà con
il nome pontificale. Dopo l'accettazione si bruciano le schede, facendo in
modo che dalla piazza San Pietro possa vedersi la classica fumata bianca.
L'Ordo rituum
conclavis prevede che, se il candidato non fosse vescovo, venga
subito consacrato; lo stesso Ordo regola le procedure da seguire nel
caso l'eletto risieda fuori del Conclave.
Stanza delle
lacrime
Al termine del conclave il papa
neo-eletto si ritira nella "stanza delle lacrime", ovvero nella sacrestia della Cappella
Sistina, per indossare per la prima volta i paramenti papali con i quali si
presenterà in pubblico dalla Loggia delle benedizioni della basilica di San
Pietro. Il nome di tale luogo deriva dal fatto che, si presume, il pontefice
scoppi a piangere per la commozione e per il peso della responsabilità del
ruolo che è chiamato a svolgere.
Tradizionalmente, nella sacrestia
sono presenti paramenti papali di tre diverse misure, che possono
approssimativamente adattarsi alla taglia del nuovo eletto. Nel caso teorico
che il papa eletto non fosse un cardinale partecipante al conclave,
la vestizione del nuovo papa avverrebbe sul luogo dell'annuncio.
Preghiera per il
nuovo Pontefice e ossequio dei cardinali
Dopo la vestizione con i
paramenti papali, il neoeletto ritorna nella Cappella Sistina e siede alla
cattedra. Il cardinale decano invita il nuovo Papa, «eletto alla Cattedra
di Pietro», a rileggere il testo di Matteo 16,13-19, con il quale
Cristo promise a Pietro e ai suoi successori il primato del ministero apostolico.
Dopo la lettura evangelica e la
preghiera per il nuovo Papa, i cardinali si accostano al Sommo Pontefice per
prestargli l'atto di ossequio e di obbedienza. Infine viene intonato il canto
del Te Deum. A questo punto il conclave è terminato.
Annuncio
dell'elezione: Habemus papam
Il Cardinale protodiacono si
affaccia quindi dalla loggia della Basilica di San Pietro e dà
l'annuncio della nuova elezione con l’Habemus
papam; seguirà il nuovo pontefice, preceduto dalla croce astile, che
impartirà la solenne benedizione Urbi
et Orbi.
adattato da Wikipedia®
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