Una partita semplice


A tutti sarà capitato di arrendersi. Chi per un motivo chi per un altro c'è a chi capita per mancanza di coraggio. Le difficoltà si prospettano a volte come giganti insormontabili. Non poche situazioni difficili si risolvono spesso però con estrema semplicità; con lo stupore di chi, nel tentativo di venirne a capo , si protrae in tentativi e soluzioni pressochè assurdi.

Ieri sera la semplicità l'ha fatta da padrona. A S.Siro ci si aspettava le magie e l'estenuante possesso palla di Leo Messi e company. Invece si è assistito alle spazzatee ai contrasti di un'agguerrita banda rossonera. E così due gol firmati K.P.Boateng e S.Muntari hanno permesso al Milan , e un po' a tutti i "calciofili" italiani, di inorgoglirsi per 90' minuti. E se al triplice fischio la domanda è " Com'è stato possibile? ", la risposta arriva secca... " Semplice! ". Perchè molto spesso gli squadroni stratitolati dimenticano un particolare che parrebbe banale, scontato: appena si entra in campo non si è più singoli ma squadra. Alle 20:45 di ieri il team di mister Allegri è entrato in campo con questo proposito. E lo ha messo in pratica alla perfezione, con semplicità. Niente schemi da cervelloni. Tutti per uno , uno per tutti. Così è accaduto l'imprevedibile. Il gigante è stato abbattuto. Due gol sicuramente non bellissimi da vedere ( vedi il la palla che carambolava a mo' di flipper alla prima rete ) hanno riportato sulla terra i "marziani" blu-granada , sempre più frastornati e confusi dal pressing a tutto campo frutto del sacrificio di tutti gli undici milanisti.

E se pure c'è alla fine chi obietta :" Però c'è da dire che lo spettacolo ne ha risentito... ". Al diavolo il bel gioco, questo è il calcio, conta il risultato.

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