Gli ultimi metri della corsa alla conquista del voto di ogni
singolo elettore - importante quanto non mai in una situazione come quella
attuale dove il pareggio al Senato sembra essere più che una possibilità - ci
hanno consegnato un nuovo tormentone: il video dei due candidati veneti di
Fratelli d’Italia Zanon e Pedrina, tacciato da più parti di omofobia e
condannato dagli stessi fondatori del movimento, Giorgia Meloni e Guido
Crosetto.
Sono due le considerazioni che sorgono spontanee davanti ad
un fatto simile ed alle polemiche che ne sono sorte: in primo luogo è
innegabile la risonanza ottenuta dalla coppia gay che ha avuto indegnamente
spazio al Festival di Sanremo, sia da chi è favorevole ad un’apertura nei
confronti degli omosessuali sia da chi rimane saldo su posizioni più
conservatrici. In secondo luogo sembriamo essere caduti per l’ennesima volta in
un errore troppo frequente per noi italiani: abbiamo lasciato che la notizia
creata da un’informazione piuttosto disinformativa prendesse prepotentemente il
posto di una notizia ben diversa. La notizia è difatti un’altra: la nostra
campagna elettorale - al pari di ogni altro momento della nostra politica -
tollera un livello di volgarità nemmeno immaginabile per chi si dovrebbe
onorare di rappresentare il nostro Paese. Volendo separare grano e zizzania -
evangelicamente intesi - si fa facilmente chiarezza su che cosa sia
effettivamente accaduto: la zizzania è semplicemente la chiusa che sconfina
dall’ironico al volgare, mentre di grano a ben vedere ce n’è molto: in risposta
ad una presa di posizione molto decisa da parte della televisione pubblica -
finanziata da noi tutti contribuenti - i due candidati hanno fatto uso di una
sottile ironia per affermare nella maniera più forte possibile la propria
posizione a riguardo.
E allora perché è concesso a due gay di sfruttare un evento
pagato dai cittadini italiani per farsi propaganda sfruttando l’indiscutibile
risonanza di un Festival di Sanremo dallo share medio del 42% ed alla prima
dichiarazione contraria ad una palese violazione del buon senso da parte di chi
la pensa diversamente si sollevano le più dure condanne? Perché chi vuole
semplicemente difendere la famiglia da cui ognuno di noi è nato viene
considerato un retrogado che si oppone ad un progresso indiscutibilmente
migliore? Tutte le fonti di informazione hanno definito il video “omofobo”:
che cosa c’è di omofobo nel difendere il matrimonio fra un uomo ed una donna?
Piuttosto potrebbe essere definito “omofobo” l’atteggiamento -
assolutamente comprensibile e condiviso - di chi si sente mancato di rispetto
da un’informazione tutt’altro che imparziale, che taccia come intollerante e
repressivo chi ancora crede in una famiglia e che davanti a tutto ciò non
riesce a ricambiare con riesce a tacere davanti ad un’intollerabile serie di provocazioni
e prese in giro. E allora l’eventuale “omofobia” non sarebbe basata su una
discriminazione di tipo “affettivo”, ma semplicemente dall’incapacità di
volgere l’altra guancia a chi da troppo tempo ormai vuole avere
prepotentemente la meglio su un’opinione diversa, basata sulla realtà e su
millenni di storia che nessuna legge o provvedimento potrà mai cambiare.
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