Un nuovo Obama. O è sempre lo stesso?


Barack Obama si è presentato al suo primo discorso davanti al Congresso dopo la rielezione con la solita teatralità americana - quella delle lacrime per le vittime della strage nella scuola del Connecticut, per intenderci... - per annunciare ai suoi cittadini l’”America migliore” che andrà a realizzare - come se negli ultimi quattro anni al timone degli States ci fosse stato qualcun altro...

Il suo discorso - appassionato e partecipato come mai - contiene innumerevoli punti, e traccia una sorta di linea guida del suo secondo soggiorno alla Casa Bianca: inizia citando Kennedy (“la classe politica sia partner del progresso”), continua affrontando i temi più vari, come tagli alla spesa pubblica, classi lavoratrici e ceto medio, rapporti con l’Unione Europea, istruzione, formazione, cambiamento climatico, scuola, politica. Per concludere poi toccando i cuori degli americani con l’asso nella manica del discorso sulle armi.

Per coerenza e diritto di cronaca appare impossibile nell’ascoltare queste parole proporre una considerazione sulla considerazione dimostrata dal Presidente verso la tematica durante la campagna elettorale, momento che più di ogni altro può essere preso come cartina tornasole dell’effettiva consistenza dei personaggi, soprattutto alla luce delle successive prese di posizione. E allora conviene interrogarsi sul motivo per il quale il Premio Nobel per la Pace non abbia puntato sul tema delle armi in fase di campagna elettorale.

I motivi ci sono, e sono anche facili da intendere: un anno e mezzo fa un sondaggio Gallup che solo il 26% degli elettori si era detto contrario alla limitazione della circolazione delle armi: il nostro Nobel per la Pace ha dunque preferito preservare una buona fetta del suo elettorato a scapito delle decine di vite umane che ancora oggi sono vittima dell’incivile legislazione in argomento.

Ma, in fondo, è anche vero che il guerrafondaio nella disputa elettorale era Romney, perhcè di armi non ne ha parlato, non avendone bisogno, dal momento che i fatti parlano da sé: e allora anche se da Governatore del Massachusetts aveva vietato il possesso delle armi d’assalto, il guerrafondaio rimarrà sempre lui e Obama il Nobel per la Pace sempre coerente con le sue idee, mai disposto al compromesso per un pugno di voti. Sarà, ma a noi sembra un po’ strano.

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