Quel silenzioso urlo di Madrid


Sgomento. Senso di vuoto, di smarrimento. Come qualsiasi pecora che ha paura di perdere di vista il suo pastore anche solo per un momento. Sicuramente questo è stato il comune sentimento dei cattolici di tutto il mondo apprendendo la notizia che segnerà la storia del terzo millennio. Ma qualcuno - compreso il sottoscritto - potrebbe aver sentito un profondo senso di colpa, gravoso e difficile da scacciare, che rimane lì sulla coscienza ed opprime ogni pensiero.

Un senso di colpa come di chi ha un enorme debito di riconoscenza verso qualcuno e allo stesso tempo si rende conto di tutto quello di non aver fatto tutto il possibile per quella persona. In queste ore sono molti ad azzardare paragoni con Giovanni Paolo II: senza avere la presunzione di ergersi a giudici, ci sentiamo di offrire una piccola riflessione a riguardo.

Dove il fisico non arriva arriva lo spirito, ma - è evidente - lo spirito deve essere aiutato, rincuorato, sostenuto: quanti milioni di persone si sono fatte sentire vicine a Papa Wojtyla anche - e soprattutto - nei momenti difficili del suo lungo pontificato? E quante hanno sostenuto Benedetto XVI negli ultimi anni? Quanti hanno invece sparato a zero su una figura che oggi tutti rispettano ma che fino a ieri era il bersaglio di una gara all'offesa e alla calunnia? E chi, se non noi cattolici, il Suo gregge, dovevamo difenderlo, appoggiarlo e sostenerlo con tutte le nostre forze laddove le sue non arrivassero più?

Chi scrive ha avuto la fortuna di partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid due anni fa: il ricordo che rimarrà sempre nei cuori di tutti i partecipanti non è la confusione della lunga veglia tormentata dalle intemperie, né i canti di cui si riempiva la città al passaggio del Santo Padre, ma il silenzio di due milioni di persone quando il Papa ha alzato l'ostensorio per la benedizione nell'aeroporto di Cuatro Vientos. Un silenzio che fa rumore ancora oggi a quasi due anni di distanza, un silenzio che forse non ha retto agli attacchi del tempo e di una società che ha fatto del Papa nient'altro che uno straniero a Roma: se la comunione di intenti che quel silenzio ha urlato al mondo avesse resistito con le nostre forze, con le forze di tutti coloro si ritengono Popolo di Dio, probabilmente la Provvidenza avrebbe segnato diversamente il cammino della Chiesa. Ma la storia non è fatta di se. E allora, semplicemente, grazie di tutto Padre Santo.

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