Il figlio di Vendola: volere=dovere?

Chissà se Vendola preferirà essere il genitore 1 o il genitore 2. Magari potrà fare a settimane alterne con il suo compagno. Sempre che il suo mai negato sogno di avere un figlio non rimanga per sempre tale. Rimane il fatto che Nichi non si arrende, e come lui nemmeno il suo compagno, Eddy Testa, che ha confermato in una recente intervista il desiderio di paternità (o di 'genitorialità' per dirla come 'loro').

Di obiezioni ne sorgono innumerevoli, ma la più scontata sarebbe di chiedere al governatore della Puglia ed al suo compagno se sanno come nasce un bambino... Tralasciando le facili battute alle quali si offre la tragica situazione, emergono due aspetti gravissimi: uno particolare ed uno generale. Partiamo da quest'ultimo.

La società di oggi è dominata dall'equazione volere=dovere: è tuttavia elementare dimostrare quanto possa essere erroneo quello che tutti considerano uno scontato sillogismo. Se io voglio diventare parlamentare, chiaramente non devo diventarlo, ma sono tenuto a confrontarmi con determinate regole del diritto positivo. La confusione di Vendola porta a confondere la natura stessa dei figli: un figlio è una cosa o un oggetto? Se fosse un oggetto, nessuno avrebbe nulla da ridire se il governatore della Puglia shiavizzasse una ragazza per farle partorire un figlio e lo facesse crescere negandogli una madre ed un padre. Se invece un figlio fosse una persona - e magari anche la donna che lo partorisce... - l'interrogativo sulla liceità della 'pretesa' di Vendola non potrebbe che avere esito negativo.

Qualcuno potrebbe inoltre obiettare al presidente di SEL come mai il suo partito, nella figura dell'onorevole Boldrini, si batte tanto per cancellare Miss Italia e poi fa di tutto perché le donne vendano al miglior offerente utero e bambino: ma questa è un'altra storia tristemente sinistra.

La questione particolare accennata in precedenza presuppone un esempio teorico: immaginiamo un uomo eterosessuale, convivente o sposato con una donna, e che richiedesse ad un giudice l'affidamento di un bambino. Il giudice, secondo la normativa vigente, dovrebbe verificare le potenzialità genitoriali: immaginiamo che l'uomo che chiede l'affidamento si dichiari favorevole a discutere dei diritti dei bambini di avere dei rapporti sessuali fra di loro o con adulti. Ecco, forse l'esempio diviene più chiaro se si ricordano le affermazioni di Nichi Vendola a Repubblica il 19 marzo 1985:
Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti e trattarne con chi la sessualità l' ha vista sempre in funzione della famiglia e dalla procreazione.
Nichi Vendola, Repubblica, 19/03/1985 

Ed è infine doveroso ricordare al governatore della Puglia che gli italiani non potranno mai essere "maturi a tal punto da accettare i matrimoni gay": se mai accadrà significherà che l'Italia sarà definitivamente caduta nel sonno della ragione.

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