Libertà di Parola e Formazione dell'Opinione

1.Presentazione

La rubrica 'Libertà di Parola e Formazione dell'Opinione' occuperà i sabati fino alla fine di novembre: si tratta di una serie di pubblicazioni connesse fra loro che analizza attraverso un percorso interdisciplinare le dinamiche della formazione dell'opinione e le riflessioni operate nel corso dei secoli circa la libertà di parola.

Lo spunto per l’analisi della libertà di parola, del ruolo che essa ricopre odiernamente e del processo di formazione dell’opinione, è offerto dai numerosi studi che individuano nell’Italia un paese dalla ridotta libertà di stampa. 


Ripercorrendo cronologicamente il percorso della nostra cultura a proposito della libertà di parola, a partire dalle origini della società greca, si incontra il concetto di parresia, inteso come dovere morale di chi possiede la verità nei confronti della collettività. Con la crisi delle poleis tale concetto muta notevolmente, fino a rappresentare in Euripide un mero patto giuridico, un contratto fra chi detiene la verità ma non la possibilità di esprimerla e chi ha il potere ma non la verità.

La letteratura latina, molto prolifica sul tema della libertà, trova in Tacito una lucida analisi della corruzione dell’oratoria: essa necessita delle libertà di parola e del conseguente duro confronto verbale tipico della costituzione repubblicana, e pertanto nel I secolo d.C. non può più godere del prestigio di cui godeva ai tempi di Cicerone.

Operando un salto temporale e giungendo agli ultimi due secoli, è di immediata comprensione l’importanza della massificazione nello studio della formazione dell’opinione pubblica: la civiltà della tecnica e la società di massa rappresentano due presupposti indispensabili per la nascita dell’opinione di massa,  rendendo possibile il suo controllo, indispensabile tanto ai regimi dittatoriali del secolo scorso quanto alle nazioni liberali e democratiche degli ultimi 50 anni.

Attraverso un approccio inter-disciplinare, si tenterà di seguire storicamente come la letteratura, la più alta forma in cui si concreta la libertà d’opinione, abbia rappresentato nel tempo il concetto di massa. Manzoni e Verga, due colonne portanti della lingua e della letteratura italiana, non hanno potuto evitare di descrivere la folla, andando a costruire due dei modelli più importanti della produzione letteraria moderna.

Dal punto di vista filosofico, appare interessante analizzare come Nietzsche abbia interpretato criticamente il pensiero greco in tal senso. La tesi argomentata considera l’opinione di massa non frutto di una qualche elaborazione sociale, ma conseguenza dell’isolamento e dell’atomismo sociale, dal momento che ogni singolo individuo intrattiene con le fonti di informazione un proprio singolare rapporto, escludendo così il confronto con i propri simili. La totale mancanza della possibilità di discussione sull’opinione di massa, comporta che tale informazione possa essere soltanto accolta o rifiutata in toto, in modo acritico, con grave danno della veridicità stessa dell’informazione. 
Si può concludere dunque che la difesa della libertà di parola coincide oggi con la garanzia del diritto all’informazione, attuabile attraverso un esteso controllo dei canali comunicativi, affinché non diventino essi stessi facile strumento di diffamazione e deformazione ideologica.

1 commento:

  1. Egregi
    iniziativa complessa ed apprezzabile.
    Tema assai difficile da trattare e che, teoricamente, non dovrebbe prescindere dal considerare anche i messaggi subliminali, gli opinion makers e gli interessi personali delle fasce di cui è composta la popolazione, come si dice "per capire il perchè delle cose occorre seguire il profumo dei soldi !".
    Per quanto concerne la verità poi, sia Voi che io sappiamo che la verità non esiste, o che almeno non ci è concesso conoscerla in quanto nulla è come sembra.
    Seguirò con interesse il Vostro sforzo, vince chi osa !
    Cordiali saluti Massimo Giuliano

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