Aborto e divorzio più cari di F35 ed Afghanistan

Oggi abbiamo deciso di fare i conti in tasca allo Stato, per dimostrare con oggettività il danno economico arrecatogli da aborto, divorzio e separazione: infatti in questo articolo vogliamo far finta di ignorare il danno sociale ed umano che essi comportano, per equiparare la posizione di partenza di chi inizia a leggere questo articolo. Il lettore faccia finta che aborto, separazione e divorzio non coinvolgano vite umane, faccia finta che non abbiano alcun risvolto sociale, ma solo economico.

Si consideri il costo unitario di un'interruzione di gravidanza: 760 €, interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Si ignori il fatto che in Italia è gratuito abortire ma è necessario pagare profumatamente per portare avanti una gravidanza - prime su tutte, il costo delle ecografie, che il SSN non vuole copr
ire... Si consideri il dato fornito dal Ministero della Salute circa le interruzioni di gravidanza in un anno: nel 2009, per esempio, ne sono stati operati 118 579. Una semplicissima moltiplicazione consente di calcolare la cifra che annualmente grava sulle tasche dei contribuenti: 90 120 040 €. In Italia l'aborto è legale - e finanziato con denaro pubblico - dal 1978: in 35 anni lo Stato Italiano ha pagato circa 3 miliardi di euro per finanziare l'aborto. Si consideri che un singolo F35 - i famosi caccia sui quali si è scatenata un'ipocrita quanto sterile critica - hanno un costo inferiore ai 100 milioni: un F35 costa poco più di un anno di aborto (99 milioni contro 90), ma fra i milioni di italiani scandalizzati per l'acquisto dei caccia, nessuno si scandalizza per una spesa uguale per l'aborto. Questa è l'Italia...

Secondo l'ISTAT le pratiche per la separazione hanno un costo di circa 1 600 €, che gravano in parte sui privati ed in parte sugli uffici della pubblica amministrazione. Se invece si tratta di divorzio la cifra lievita a 8 000 €: considerando che, sempre secondo i dati ISTAT, nel 2011 in Italia ci sono stati 88 797 separazioni e 53 806 divorzi, la spesa totale per le suddette pratiche ammonta a 572 523 200 €. Per avere un'idea delle proporzioni della cifra la si compari con le spese affrontate dall'Italia per mantenere le proprie truppe in Afghanistan da gennaio a settembre di quest'anno: appena - si fa per dire - 426 617 379 €.

Nessuno vuole giustificare con questo articolo né l'acquisto degli F35 né l'intervento militare in Afghanistan, ma solamente fare chiarezza una volta per tutte sull'ipocrisia del pensiero dominante: chi si scandalizza - non importa se a torto o a ragione - per l'acquisto dei caccia e per le enormi spese militari per fantomatiche operazioni di pace dovrebbe - in coscienza - scandalizzarsi per l'aborto ed il divorzio, se non per il gesto in sé quantomeno per il prezzo che comportano e che grava ingiustamente su tutti gli italiani indistintamente, su chi ne fa uso e su chi no, su chi è ideologicamente favorevole e su chi è contrario. Basterebbe un po' di onestà; e forse anche un minimo di informazione. Ma forse all'Italia mancano proprio onestà ed informazione.

1 commento:

  1. Bello ed interessantissimo !!! Questo è vero giornalismo di "Informazione" e "Formazione" , vero "armageddon e "molock" del pensiero sinistro, in sintonia con la qualità che distingue gli Uomini dai babbani: "CHI HA LA TESTA LA DEVE USARE".
    Ne sto facendo catena di Sant'Antonio tra i miei conoscenti...
    Massimo Giuliano

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