Lampedusa, l'Italia e l'Europa: la vergogna di media e politici

L'hangar di Lampedusa è pieno di tantissime bare allineate, alcune senza nome, altre bianche e di dimensioni ridotte: Lampedusa però è piena soprattutto dei sensi di colpa degli italiani, della certezza di essere corresponsabili non solo dell'ultima terribile strage di migranti, ma di tutte le vite spezzate dalle onde di un Mediterraneo pieno di speranza e allo stesso tempo di morte. E probabilmente proprio a causa di questa situazione psicologica è stato possibile oltraggiare la memoria delle vittime con gli atteggiamenti di certi media incapaci di cogliere la drammaticità del momento e la gravità del problema e di una classe politica che ha dimostrato per l'ennesima volta il proprio livello.

Per prima cosa è impossibile non notare la strumentalizzazione operata dalle televisioni: giornalisti improvvisati, talk show, dirette notturne e troupe televisive hanno affollato l'isola, preparando il terreno ad un'ulteriore strumentalizzazione, quella della politica. Inutile dire che si siano sprecate mille parole senza muovere un dito: procedendo in ordine gerarchico risulta vergognoso l'atteggiamento di Barroso - e dell'intera Unione Europea -, che scopre Lampedusa come se fosse improvvisamente emersa dalle acque del Canale di Sicilia. Lacrime di coccodrillo, verrebbe da dire: l'ultima speranza per l'Italia è rappresentata dal semestre di presidenza dell'Italia a partire dal 1° luglio 2014, durante il quale il problema deve essere posto all'intera comunità in tutta la sua gravità, ben prima che si verifichino ulteriori evitabili tragedie.

Passando dalla politica comunitaria a quella nazionale risultano evidenti due aspetti: da una parte la vergogna derivante dall'atteggiamento di tutti coloro che, in pieno stile Boldrini, urlano 'Mai più, mai più' senza sapere che se da 20 anni gli immigrati muoiono nel Mediterraneo la responsabilità è soprattutto di quella classe politica che, con il suo operato, sembra non voler far nulla per evitare che la storia si ripeta anche nei prossimi 20. Ma la più grave disfunzione istituzionale è rappresentata dall'atteggiamento del centrosinistra - e di parte del centro - che coglie l'occasione di ogni morto in mare per attaccare il centrodestra sulla legge Bossi-Fini: è possibile che tale legge sia corresponsabile delle sciagure (non ne siamo sicuri, ma non è nemmeno facile dimostrare il contrario) ma se anche fosse così, bisogna prendere atto che nessuno ha ancora avanzato una proposta decente in tema. Se anzi la Kyenge arriva a proporre lo ius soli e la sua idea riscontra anche un certo favore, è evidente che il tema immigrazione in fondo in fondo non sta a cuore nemmeno alla sinistra: se così non fosse avrebbero già trovato una proposta di legge sensata, che non susciti opposizione all'interno dello stesso PD.

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