Libertà di Parola e Formazione dell'Opinione

2.Introduzione 
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure
Costituzione della Repubblica Italiana, art.21, c.1 

La Carta Costituzionale del nostro Paese annovera fra i diritti dei cittadini espressi nella sua Prima Parte il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, in ogni forma e senza alcuna restrizione: dal 1° gennaio 1948 l’Italia dunque riconosce per legge la libertà d’opinione a tutti i suoi cittadini. Dopo 65 anni, tuttavia, il nostro Paese non può purtroppo essere orgoglioso del 57° posto che ricopre nella classifica stilata annualmente da Reporter sans frontière, organizzazione non governativa francese che si batte per la difesa della suddetta libertà: il Belpaese segue, quanto a libertà di stampa, paesi come l’Unione delle Comore, indipendente solo dal 2002, e il Burkina Faso, nazione dalla speranza di vita inferiore ai 50 anni. Eppure l’Italia può vantare non solo una tradizione più antica e radicata rispetto ai paesi di cui sopra, ma anche un passato segnato da uomini che hanno fatto della libertà di pensiero un motivo d’orgoglio:


“Hoc enim uno praestamus vel maxime feris, quod colloquimur inter nos et quod exprimere dicendo sensa possumus. Quam ob rem quis hoc non iure miretur summeque in eo elaborandum esse arbitretur, ut, quo uno homines maxime bestiis praestent, in hoc hominibus ipsis antecellat?„
“Noi ci distinguiamo dalle fiere soprattutto per questo, perché sappiamo conversare ed esprimere con la parola i nostri pensieri. Perciò chi non ammirerebbe e, a ragione, quest’arte [l’oratoria], e non riterrebbe suo dovere studiarla con tutte le sue forze, onde superare gli stessi uomini in ciò in cui gli uomini si distinguono massimamente dalle bestie?„  

Marco Tullio Cicerone, De Oratore, Liber I 

Dario Antiseri, in un’intervista del 2002 sulla libertà, cita Karl Popper, che affermava che “il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza”: secondo il filosofo umbro proprio questo dovere morale di vigilanza deve spingerci ad agire costantemente perché la libertà non venga meno, consapevoli dei grandi rischi che essa corre, rischi fra i quali lo stesso Antiseri individua monopoli pubblici e privati. Il Premio Nobel per l’Economia 1974 Friederich von Hayek sosteneva che “chi possiede tutti i mezzi stabilisce tutti i fini”: nel citarlo, Antiseri conclude questo sillogismo affermando che le basi teoriche della democrazia sono messe in pericolo dai monopoli; ma aggiunge anche che la stessa informazione, se sottoposta a strumentalizzazioni e storpiature ideologiche, diviene un monopolio de facto e perde così il carattere liberale ed egualitario che le si riconosce sin dall’antichità.

Il lavoro che segue vuole analizzare sinteticamente l’evoluzione che ha avuto la concezione di libertà d’opinione: a partire dal mondo antico – tramite l’analisi dell’idea greca di parresia, la sua presenza nelle tragedie euripidee e i contenuti attinenti del Dialogus de oratoribus di Tacito – per poi soffermarsi su come tale ideale si sia modificato sostanzialmente attraverso il XIX e, soprattutto, il XX secolo; infatti la massificazione avvenuta in Europa fra i due secoli – la cosiddetta Belle Epoque – ha stravolto il concetto di opinione pubblica, introducendo l’opinione di massa. La distanza epocale fra la società settecentesca e quella del XX secolo non può che trovare rappresentazione nella letteratura, la più alta forma in cui si concreta la libertà d’opinione: si proporrà in tal senso una breve analisi del diverso modo di dare rappresentazione della folla-massa attuato da Manzoni e Verga, prima di esporre le condizioni socio-politiche e le concause storiche che hanno reso possibile la suddetta modificazione. In conclusione sarà rapidamente analizzato il rapporto che intercorre al giorno d’oggi fra opinione pubblica e democrazia di massa e ci si interrogherà sulla differenza fra opinione pubblica e opinione pubblicata.

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1.Introduzione

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