Il Papa scomunica il prete pro-gay: ma il Fatto tace


Il Fatto Quotidiano sembra essere sempre stato piuttosto interessato alla figura di Papa Francesco, incensato come il pontefice progressista, democratico - magari anche un po' comunista - che slava la Chiesa dalle idee retrograde di Benedetto XVI: inutile ricordare quanto sia storpiante la descrizione che il giornale di Travaglio rende di Papa Francesco, ma negli ultimi giorni è arrivata una notizia che Travaglio ha attentamente evitato di pubblicare.


Si tratta della triste notizia della scomunica di don Greg Reynolds, un sacerdote australiano reo di posizioni favorevoli alle nozze omosessuali ed alle donne preti: la Santa Sede ha fatto sapere che
"Il dossier è stato curato dalla Congregazione per la dottrina della fede, anche se la scomunica è automatica e significa essere fuori dalla Chiesa, ovvero non poter ricevere nessun sacramento. In questo caso la decisione è stata presa per le posizioni del sacerdote che non collimano con la dottrina della Chiesa. Si tratta della prima scomunica del Pontificato di Papa Francesco".
 La notizia in sé non dovrebbe suscitare particolare attenzione, trattandosi di una circostanza chiaramente prevista dal diritto canonico, secondo il quale la condanna più dura deve essere riservata a chi dimostra 'un’ostinata negazione di una verità che si deve credere per fede divina e cattolica', aggravata per di più dal battesimo e dall'ordinazione sacerdotale. Insomma, la notizia poteva anche non meritare un particolare eco mediatico, ma il silenzio di Travaglio sa tanto di ideologia perversa: non sarà forse che Papa Francesco non è poi così comunista come sarebbe piaciuto a molti? Non sarà forse che con un solo gesto ha demolito infondate e vergognose invenzioni mediatiche? Oppure potrebbe esserci un'altra spiegazione: forse le pagine del Fatto erano già tutte occupate dagli insulti a Guido Barilla...

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