La finta fiducia

A meno di 24 ore dalla fiducia al governo, che apre di fatto un Letta bis, cerchiamo di dare in breve qualche chiarimento su quanto avvenuto ieri, e perché in realtà Letta non può gioire, così come non può essere contento Berlusconi, Alfano, e-ovvio-tutti gli italiani.

Qualche numero: la fiducia è arrivata con 235 sì e 70 no. Nelle file del Pdl ha votato no alla fiducia Vincenzo D'Anna. Non hanno, invece, risposto alla chiama alcuni "falchi": tra questi Sandro Bondi, Augusto Minzolini, Rocco Crimi, Manuela Repetti, Alessandra Mussolini e Francesco Nitto Palma.


Silvio Berlusconi si arrende ai numeri e alla fine è costretto in extremis a votare la fiducia al governo Letta che incassa quasi il pieno di voti, se se si escludono gli assenti e qualche senatore che ha annunciato il suo no. Nel Pdl non c'è  una fronda, che in maniera del tutto inaspettata starebbe portando il partito ad sconfitta politica fino a qualche giorno fa inimmaginabile. E che potrebbe decretare il definitivo passaggio del testimone nel centrodestra a favore di Angelino Alfano.


PD e Pdl: molta confusione
Perché non si può esultare nemmeno negli ambiti esterni al pdl? Perché ad essere incerti sono anche gli uomini di governo, ministri o capigruppo. Formigoni ha annunciato la nascita di qualcosa, ancora da chiarire, che comprenderebbe almeno 25 parlamentari centrodestra(sembra veramente difficile). Dal Pd parte la controffensiva per evitare una retromarcia che complicherebbe le cose, ma è confusa e spenta: Dario Franceschini parla di "nuova maggioranza", che però va definita; Luigi Zanda modifica in corsa il suo intervento per dire che Berlusconi cerca di "nascondere" una clamorosa sconfitta. 

Ma la sconfitta è degli italiani in primo luogo: abbiamo ancora il governo Letta, che non ha ancora realizzato quasi nulla delle cose promesse, abbiamo i nostri due principali partiti completamente spaccati, e-sempre viva-l'ombra del Movimento 5 Stelle.

Che dire,  possiamo mai parlare di fiducia?

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