Gay suicida a Roma: omofobia unica spiegazione?


Nella notte tra sabato e domenica un giovane di 21 anni si è lanciato dall’undicesimo piano di uno stabile a Roma. Prima del tragico gesto avrebbe scritto un biglietto in cui afferma: "Sono gay, l'Italia è un Paese libero ma esiste l'omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza". Increduli e sotto choc  i genitori del ragazzo hanno detto di non sapere nulla dell’omosessualità del loro figlio, né del suo disagio nei confronti dell’omofobia. Gli inquirenti stanno indagando per capire veramente cosa abbia portato il 21enne a questa decisione. Fin qui i fatti. La notizia di una persona che si toglie la vita è sempre drammatica,soprattutto perché è manifestazione di un disagio. Sempre più spesso però la notizia del suicidio è piegata a strumentalizzazioni, e purtroppo ne abbiamo avuto la prova più volte.

Spesso siamo di fronte a suicidi che vengono analizzati come - il termine è provocatorio, è chiaro - di 'serie A' e di 'serie B'. Se a togliersi la vita è un giovane gay o presunto tale,  vengono spesi interi notiziari per incolpare la società di omofobia e i politici per non avere provveduto ad approvare una legge che punisca severamente ogni discriminazione nei confronti degli omosessuali.

Quest’ultimo caso non fa eccezione: intorno al tragico fatto di cronaca si è scatenata la ormai solita cagnara di chi invoca la legge contro l’omofobia e vorrebbe ridurre al silenzio – magari con il carcere - chi prova semplicemente a dire che un conto è condannare bullismo e violenze (che vanno sempre condannate) un altro è introdurre norme liberticide.

Il sindaco Marino si è scatenato. Zingaretti ha fatto altrettanto. Vendola ha parlato di strage continua.

Marino dovrebbe però interessarsi a questi dati: ogni anno a Roma ci sono 250 persone che si tolgono la vita, quasi una al giorno, e con l’omofobia non c’entrano nulla; mentre nel Lazio i suicidi annui sono 700, due al giorno (i dati sono stati presentati a settembre durante un incontro in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio), anche in questo caso nel disinteresse del governatore, che no riscontra problemi di omofobia. E’ comunque vero che tra i gay c’è un tasso di suicidi maggiore rispetto a quello di altre fasce di popolazione: forse il motivo è da ricondurre proprio all'omosessualità e al disagio interiore che provoca.

E le frasi post suicidi, strumentalizzate, non fanno altro che peggiorare la situazione.

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