Crisi di coraggio

Non v'è dubbio. La politica nostrana è in crisi. Una crisi profonda, che gli elettori hanno segnalato nelle elezioni di febbraio, da cui ancora non riusciamo a venirne a capo. Una crisi anche e soprattutto di immagine, ancor prima che di idee.
Da un lato Bersani, uomo politico, ma non stratega. Era sicuro del successo suo e del PD, ed ha lasciato perdere Berlusconi e Renzi, l'uomo che forse avrebbe chiarito la posizione del Cavaliere. Non scordiamoci che molti voti Bersani l'ha persi per Vendola, personaggio singolare: esclude le alleanze con Monti e Berlusconi, ma apre a Grillo. I delusi del PD sono comprensibili: i democratici non si rinnovano, continuano a riproporre le stesse facce, da D'Alema a Concia, dalla Bindi a Franceschini. Linfa nuova al partito l'ha data però Tabacci, del centro democratico, ma non ha avuto un gran successo.
Ma se a sinistra i problemi ci sono, a destra la situazione non è tutta rose e fiori. Il Pdl è consapevole di aver messo i bastoni tra le ruote a Bersani, ma non ha vinto. Senz'altro Berlusconi non ha fatto la figura che molti gli auguravano, anzi. E' riuscito a convincere ancora 1/3 degli italiani a votarlo. Ma molta della buona fama è andata persa. Molti nomi nuovi del partito non emergono perché associati subito all'immagine di Berlusconi. QUindi tornando al discorso iniziale di crisi d'immagine, è chiaro che qualcosa non va. Quest'anno poi abbiamo assistito al boom di Beppe Grillo, un comico-politico-populista, e anche parecchio ineducato. Complimenti però al suo MOVimento 5 stelle, che ha conquistato grandi fette di popolazione: i delusi da csx e cdx, i non votanti, molti giovani. A conferma della crisi politica che viviamo, anche su questo partito incombono problematiche pesanti. I grillini vivono da segregati, non possono parlare, scrivere, votare liberamente, insomma molto fa pensare ad una dittatura interna. Non ffacendo pesar troppo questo problema se ne presenta subito un altro. Quello delle idee. Sono tante, ma sembrano quasi un insieme di populistiche combinazioni, mischiate a dittatoriali operazioni(abolizione delle reti televisive non...allineate,ecc). E molte sono cose note della politica italiana.
Solo due righe sul centro. Una sconfitta meritata quella dei tiepidi. Con Monti per l'Italia raccoglie poco, pochissimo. Casini e Fini ancora meno. Forse è ora che dicano dove vogliono schierarsi. Anche qui, crisi d'idee, e poi la figura di Monti agli italiani non è piaciuta. Fatto sta che il nostro presidente Napolitano ha optato per una continuazione del governo Monti, fino a nuovo presidente, che in pienmo possesso dei poteri potrà decidere chi dovrà formare il nuovo governo. Per poi rischiare di dover andare a nuove elezioni. Insomma una crisi bella e buona. Da cui forse si uscirà solo ricordandosi del coraggio che ebbero DC e PC nell'allearsi, solo per il bene del paese. Per una volta via i colori, in alto il Tricolore. Forse così la politica potrà recuperare la faccia perduta troppo tempo fa. Gli italiani sarebbero disposti a dare fiducia ancora all'unica cosa che salva-che dovrebbe farlo-un paese dal baratro.

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