L'utopia del tutto


Già nel Medioevo buona parte dei filosofi e degli scienziati discuteva riguardo una possibile spiegazione dei fenomeni riguardanti la sfera empirica. Tommaso d’Aquino arrivò ad asserire definitivamente che la natura risponde a leggi stabilite da Dio. Passando per Isaac Newton fino ad arrivare ai giorni nostri sembra piuttosto chiaro l’obiettivo della numerosa schiera di fisici affamati di scoperta : rispondere a questi interrogativi basilari con una legge cosiddetta del “Tutto”, ovvero che riesca a tenere insieme con sufficiente chiarezza e semplicità tutte le leggi e le teorie finora stabilite. In altre parole il tentativo è quello di esprimere esplicitamente il progetto divino del mondo. L’ambizione sembra essere tanto eccessiva da soffocare il progetto. E inoltre ci sono molte domande che sorgerebbero spontanee : quanto è realistico tale obiettivo? Esiste davvero una legge capace di considerare ogni fenomeno, supponendo inoltre molto improbabilmente di essere arrivati ad una conoscenza definitiva? Ed infine non potrebbe essere tutto questo un ostacolo alla nostra libertà? Si comprende dunque che il concetto di legge di natura ha alcune insidie. I teologi medievali si posero infatti tali domande che ancora oggi non hanno risposta. Un altra delle tante è la seguente: se Dio può e sa tutto , conosce anche ciò che faremo in futuro. Allora come possiamo noi scegliere liberamente il nostro destino . Molti teologi hanno risposto affermando che di Dio non si può conoscere ogni cosa. Il quesito che rimane allora fastidiosamente presente è: siamo liberi o siamo schiavi della natura e delle sue leggi come robot con comandi prestabiliti? Dalle varie illusioni di una teoria definitiva che si sono presentate nella storia, da Newton a Laplace fino ad Heisenberg che definì che nel mondo microscopico quanto meglio si sa dove si trova una particella in un istante tanto meno si potrà prevedere dove sarà in futuro, arriviamo alla celebre frase di Einstein “Dio non gioca a dadi” con la quale egli intendeva affermare che la probabilità e l’indeterminazione nascono dalla nostra mancata conoscenza di leggi più profonde . Insomma, una conclusione definitiva non sembra esserci per ora. Ci sono però le parole sarcastiche ma ponderate di George Coyne , direttore dell’ Osservatorio Vaticano: “ State attenti a leggere nella mente di Dio, potreste fare errori di calcolo…”.

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