Come si elegge il Presidente della Repubblica

Come si elegge il presidente della Repubblica?
Lo votano i "Grandi elettori", vale a dire tutti i deputati e senatori, più 58 delegati regionali (tre per regione, uno per la Val d'Aosta) eletti dai Consigli regionali. Totale, 1009. Per le prime tre votazioni, in seduta comune alla Camera, si può essere eletti con la maggioranza di due terzi (673) dalla quarta in poi vale la maggioranza semplice (505). Dettagli fondamentali: voto segreto, possibilità di eleggere chiunque abbia almeno cinquant'anni, assenza di candidati ufficiali o predeterminati («è una strana elezione senza candidati», sintetizzò una volta LucianoViolante).

Il centrosinistra potrebbe eleggere da solo il prossimo presidente da solo?

Facendo la somma di deputati e senatori il centrosinistra arriva a 458, ai quali c'è da aggiungere l'apporto dei delegati regionali, che i Consigli regionali stanno eleggendo in questi giorni: andranno in buona parte al centrosinistra stesso, ma non in misura sufficiente per superare quota 505. Con il sostegno dei gruppi di Scelta Civica, invece, la risposta è sì: ovviamente dal quarto scrutinio in poi. Per la statistica. l'ultima volta, Giorgio Napolitano fu eletto alla quarta votazione, proprio con i voti del centrosinistra - contrarie Lega e Casa delle Libertà - e arrivò a 543.

Quando avremo il prossimo inquilino del Colle?
Le sedute comuni dovrebbero cominciare giovedì 18 aprile. Lunedì 15 aprile la presidente Laura Boldrini convocherà il Parlamento in seduta comune. I voti saranno trasmessi in diretta dalla web tv della Camera. Con un accordo trasversale, l'elezione potrebbe arrivare al primo voto. Altrimenti, non prima del quarto, ossia almeno un paio di giorni dopo: ma ce ne possono volere anche di più.

Quanto ci vuole per ogni votazione?
Tra voto e spoglio, tre-quattro ore. Il 10 maggio 2006, per eleggere Giorgio Napolitano, ci vollero 3 ore e 40. Dalle 9 e 40 del mattino alle 13 e 20, quando furono proclamati i risultati. In teoria, quindi, si possono fare anche tre o quattro votazioni al giorno: in pratica di solito non se ne fanno più di due, perché per senza un accordo politico è inutile votare a ripetizione.

Dove si decide, davvero, chi sarà il capo dello Stato?
In tutti i luoghi tranne che in Aula. Ciriaco de Mita: "L'Aula può distruggere una candidatura, crearla mai". La quantità di franchi tiratori - ossia di chi vota in modo difforme dalle indicazioni del suo gruppo parlamentare - non è prevedibile.

Come si vota?
La cabina elettorale, detta "catafalco", è piazzata sotto il banco della presidenza della Camera. E' la stessa che si usa alla Camera per le votazioni che non possono svolgersi col sistema elettronico. L'urna è detta insalatiera: in vimini, fodera interna in raso verde, decorazioni d'oro. Schede: nel 2006 si usarono di colore diverso per ogni giorno, per evitare brogli (nel 1992, furono trovate cinque schede in più).

Chi ha più anzianità tra i Grandi elettori?
Giulio Andreotti, 94 anni, senatore a vita, l'unico Costituente che abbia partecipato ininterrottamente a tutte le votazioni dal lontano1948. Date le condizioni di salute, è molto improbabile che si presenti. Seguono, per anzianità, il senatore a vita ed ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (93 anni) ed Emilio Colombo, di quattro mesi più giovane, che ha presieduto con lucidità la prima riunione della Camera in questa legislatura.

Quanto ci vuole di solito a eleggere un presidente?
Gli unici presidenti ad essere eletti al primo colpo sono stati Enrico de Nicola (scelto dalla costituente con il 79 per cento dei voti), Francesco Cossiga (ebbe 752 voti, su 1011, 74,4 per cento), e Carlo Azeglio Ciampi (707 voti su 1010). Tutti e tre erano stati frutto di un accordo tra i maggiori partiti precedente la votazione. Per eleggere Giovanni Leone, invece, ci vollero 23 scrutini e 15 giorni, record negativo. L'elezione di Leone, nel 1971, fu fortemente avversata dalla sinistra e avvenne alla fine con i voti decisivi del Msi

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