Il coraggio di scegliere

Ogni uomo, prima o poi, si troverà costretto a fare delle scelte importanti nella propria esistenza.
Gli esempi si sprecano: quale università scegliere? Che lavoro? E poi ancora la casa, la scuola per i bambini, la macchina. Ma si può trattare anche di piccole scelte legate alla più pragmatica quotidianità. Grandi o piccole che siano, sono comunque accomunate da quella sensazione di fastidio che innescano in noi: ci pongono di fronte ad un bivio e ci obbligano a prendere una decisione, alcune volte anche irreversibile. Peregrini nel tortuoso sentiero della vita, siamo costretti a prendere una risoluzione, pur senza avere la certezza di quale sia la scelta giusta.

Potrebbe apparire uno scenario un po’ catastrofico, se non si focalizza bene il concetto di “scelta”.
Scegliere non significa semplicemente preferire un qualcosa: una tale definizione non riesce a ben renderne il significato. Ciascuna nostra deliberazione, più o meno radicale, ha come immediata conseguenza l’espunzione di una miriade di possibilità.
Pensiamoci bene. Scelgo una facoltà? Allora non potrò frequentare tutte le altre. Decido di sposarmi con una ragazza? Implicitamente rinuncio a tutte le altre: “Omnis determinatio est negatio”. Una piccola frase che racchiude al suo interno un’enorme e profonda verità.

Forse oggigiorno siamo un po’ tutti tentati a sbilanciarci meno; non abbiamo il coraggio di prendere delle scelte definitive. Esitiamo, vorremmo abbracciare l’intero orizzonte dell’essere senza rinunciare a niente. Ci piace questo, ma ci attrae anche quell’altro. Il risultato? Decidiamo di non scegliere affatto, e questo proprio per lasciare aperte tutte le porte che la vita ci offre. Ma, cosa facile a prevedersi, un tale comportamento ci lascia ristagnare in uno stato d’incertezza, d’instabilità… di nausea. L’uomo per sua natura aspira a mete grandi, per cui non si sente realizzato agendo in questo modo, quando tarpa le ali della sua smisurata potenzialità.

Altre volte ci pentiamo di alcune scelte fatte in passato: ci sentiamo quasi ingannati quando un qualcosa che prima ci aggradava, in seguito, quando lo scorrere del tempo adombra quello che prima risplendeva di una luce fulgente, ci risulta sgradevole. Le difficoltà soffocano immediatamente il nostro slancio iniziale, ci spingono a ritrattare: torniamo così al punto di partenza e, rassegnati, preferiamo chiuderci nel nostro cantuccio.

Alcuni potrebbero dire che i giorni nostri siano particolarmente afflitti da questa piaga, cioè l’eccessiva indecisione. I più venerandi sottolineano come i ragazzi maturino sempre più tardi. E’ probabilmente un’analisi un po’ troppo pessimistica, che si riversa sul presente in cui si vive, idealizzando un passato che appare roseo proprio perché mai conosciuto direttamente.

E’ ovvio che l’uomo, per ritenersi tale, debba avere il coraggio di fare delle scelte nella propria vita e che queste acquistino maggior valore proprio nel momento in cui risultano più dure e sgradite da prendere.
Vero uomo è chi indirizza la propria esistenza al perseguimento di alcuni valori, abbattendo ogni ostacolo pur di ottenerli. Un ideale molto arduo, ma prezioso. D’altronde, tutte le cose preziose si acquistano con fatica.

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