Il vero errore del Massimino



La bufera del Massimino è ormai passata, cancellata da una giornata di campionato che da una parte ha concentrato le attenzioni su squadre ed allenatori più che sui direttori di gara, dall’altra la buona prestazione delle giacchette nere ha cancellato con un colpo di spugna le pesanti critiche della domenica. E tuttavia ciò non ci esime dall’esprimere la nostra modestissima opinione a riguardo.
Senza voler esprimere giudizi definitivi su arbitri ed assistenti fra i più competenti d’Italia, ci limitiamo a sottolineare un aspetto della vicenda forse non evidenziato finora a sufficienza.
Un fuorigioco di pochi centimetri può essere visto o non visto, un dubbio su chi abbia toccato per ultimo la palla può capitare, come un attimo di incertezza in cui chiedere l’intervento dell’assistente. Invece la nostra informazione sportiva e non si è soffermata su questi aspetti tecnici, senza considerare a sufficienza l’immediatezza della scelta, la difficoltà nel prendere la decisione in pochi istanti con decine di telecamere puntate. Una decisione sulla quale un arbitro di Serie A - se non addirittura internazionale - non può avere il minimo dubbio è quella circa le “vivaci” proteste della panchina: un assistente che rileva a 40 metri di distanza un fuorigioco di una spanna - o anche meno - non può permettersi di non rilevare un’infrazione tanto evidente quanto grave come quella commessa dalle riserve della Juventus che hanno abbandonato panchina ed area tecnica.
Se non è - per fortuna - minimamente pensabile qualsiasi forma di influenza della Juventus sulle decisioni arbitrali, forse è individuabile in alcuni comportamenti di alcuni direttori di gara una scarsa rigidità nell’applicazione del regolamento nei confronti dei giocatori bianconeri: un giocatore che, come Pepe al Massimino, si scaglia dalla panchina verso un assistente per aggredirlo verbalmente e fisicamente non può che essere espulso; di un giocatore che, come Bonucci in svariate circostanze, parte dalla propria linea difensiva per protestare con l’arbitro a 30-40 m di distanza, non può che ricevere un provvedimento disciplinare.