L'oro si bisbiglia

So che nelle fiabe succede sempre che… il principe arrivi sempre di notte, nascosto, per trovare la sua amata. Non vuole essere visto da tutti, anzi! Agisce di soppiatto; giunge sotto la desiderata finestra e tenta di farsi notare da lei sola. E allora, quando la sua bella si affaccia, le rivolge dolci parole affettuose, intime, che stonerebbero, se ascoltate da orecchi estranei a quel connubio amoroso: perché concepite unicamente per una persona. Quel “Ti amo!”, pur essendo, di per sé, un’espressione più che usata – forse abusata- è personale: una chiave capace di disserrare un altrettanto unico lucchetto al mondo.
Questo non deve spingere a pensare che il principe azzurro si vergogni del suo sentimento, assolutamente. Sarebbe disposto ad affermare davanti a tutti il suo amore, fino alle più estreme conseguenze, se necessario.

Finalità del citato apologo, non vuole essere un invito ai ragazzi a nascondersi sotto le finestre delle proprie fidanzate a notte inoltrata. Questo fiabesco bozzetto, tuttavia – immaginario, ovviamente: con funzione aneddotica, e nient’altro- potrebbe stridere sonoramente con le realtà riscontrabili nell’odierno “corteggiamento virtuale”. Uno sguardo cursorio alle notizie di facebook getterebbe immediata luce.
Ormai le feisbuchiane bacheche hanno rimpiazzato i davanzali delle dame medievali. Se Romeo fosse vissuto ai nostri giorni, avrebbe rivelato il suo amore con un post; magari, nel caso specifico, in chat privata, ché sarebbe stato più sicuro, meno esposto a vendette familiari. “Giuletta Capuleti è stata taggata nel post di Romeo Montecchi…”

Troppi “Ti Amo”, troppi “Sei la cosa più importante che ho al mondo”, troppi “Sei la mia vita” (et similia: un elenco esauriente risulterebbe alquanto invasivo) vengono lasciati lì, a marcire, offerti alla vista di chiunque. Frasi così cariche di sentimento,di affetto, che avrebbero bisogno di essere protette, custodite, affinché non si rovinino. Sono confezionate per una persona ben precisa, ed è bene che sia proprio lei la prima a scartarne l’involucro. Al contrario, questi preziosi post abbandonati incustoditi, possono essere carpiti da altri, magari sconosciuti, che solo per sbaglio si trastullavano nella nostra bacheca, piccola parte della grande e moderna agorà virtuale che è facebook.

E’ un fatto, molte cose importanti e belle sono anche delicate e fuggevoli (per questo non mi piacciono oro e diamanti: perché infrangono questa tendenza). La rosa perde subito vigore e profumo; il fiocco di neve si scioglie sulla mano prima di poterne osservare con attenzione i contorni; per l’occhio sono necessarie una miriade di precauzioni che ne preservino la funzione: palpebre, ciglia, sopracciglia, lacrime pronte a scendere giù all’occorrenza. Il sole calante concede solo per alcuni minuti quell’iridescenza di caldi colori sfumati, che truccano la volta celeste nei sempre brevi tramonti estivi. Per non parlare del cuore, custodito all’interno di una selva di costole, resistenti eppure disposte ad assecondare la ritmata espansione polmonare.

E così, similmente importanti e delicate, sono alcune frasi, sottili come il fuoco, profonde, che perdono il proprio vigore se gettate con noncuranza, esposte tra le bancarelle di un social network. Se si potesse interrogare un “Ti amo”, per certo confesserebbe di non trovarsi a suo agio, così messo in bella mostra, visibile a tutti. “Un tempo”, direbbe “nessuno si sarebbe mai sognato di fare così. Mi consegnavano direttamente al destinatario! Tutt’al più, delegavano questo compito alla dignitosa cellulosa di una lettera d’amore, lungamente meditata e rivista, preservata con cura, scritta con inchiostro e sgorgante dalla fronte brinata per l’emozione”.

Le cose davvero importanti si bisbigliano a fil d’orecchio, non si gridano. Da sempre le mamme rimboccano le coperte accarezzando le orecchie dei propri piccoli con quel “buonanotte tesoro…”, recitato in sincronia con la deposizione di un bacio sulla guancia. Il fidanzato – tranne che nei film, ma si sa: i film non devono, per peculiarità propria, riflettere la vita vera – non griderà mai quel tanto covato “mi vuoi sposare?”; al contrario, lo ovatterà il più possibile, preoccupandosi che solo la sua amata riceva il messaggio. E questo non tanto perché ne provi vergogna, ma perché quella frase è quanto di più prezioso le possa rivolgere, in quel momento, e vorrebbe preservarlo solo per lei.

L’oro si sussurra alle orecchie, mentre il rame può ben essere sbraitato sconciamente. Le cose davvero importanti devono essere percepite, non sentite.

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