Un’introduzione alla filosofia della biologia


La filosofia della biologia è una branca della filosofia della scienza che si interroga sui problemi filosofici e sui fondamenti concettuali, teorici e filosofici della scienza del vivente. Si tratta di una disciplina alquanto recente: il vero e proprio atto di nascita viene considerato il famoso articolo del 1969 di David Hull intitolato Che cosa non è la filosofia della biologia1. In esso, l’autore riconosce che nei precedenti dieci o quindici anni si sono prodotti dei lavori che si possono a giusto titolo catalogare sotto la dicitura “filosofia della biologia”. Il suo scopo è, appunto, quello di sistematizzare i contributi di tali autori per dare alla filosofia della biologia un suo volto proprio.

La biologia nasce ufficialmente tra il XVII e XVIII secolo, anche se già Aristotele aveva fornito un importante contributo alla metodologia e alla definizione di tale scienza. Scopo principale della filosofia della biologia è difendere la scientificità della biologia di fronte ad una presunta superiorità della fisica. La fisica, in effetti, è stata a lungo ritenuta l’unica scienza esatta, e le altre scienze erano considerate tali solo nella misura in cui fosse stato possibile ricondurle ai principi e ai metodi della fisica.

La nascita della filosofia della biologia è legata, dunque, ad una presa di coscienza del fatto che, fino a quel momento, la filosofia della scienza era stata fondamentalmente la filosofia della fisica e che strumenti e metodi della filosofia della biologia erano per lo più ideati per risolvere problemi di filosofia della fisica. La fisica primeggiava nell’analisi delle problematiche di filosofia della scienza ma non tutte le soluzioni adatte alla fisica si confacevano altrettanto bene alla biologia: la biologia presenta delle problematiche differenti rispetto a quelle della fisica, problematiche per le quali è necessario ideare dei nuovi schemi concettuali. Perché si giungesse a questa consapevolezza, è occorso molto tempo: è per questo che la filosofia della biologia è considerata una disciplina nata negli ultimi cinquant’anni, sebbene problematiche ad essa legate possono essere trovate in lavori di gran lunga precedenti (pensiamo, per esempio, a Darwin).

L’istituzionalizzazione della filosofia della biologia avviene a seguito della nascita della rivistaPhilosophy and Biology, nel 1986. Fondatori della filosofia della biologia sono considerati il già citato David Hull (1935-2010) e Michael Ruse; nella seconda generazione si includono filosofi quali William Wimsatt, Alexander Rosenberg, Elliott Sober e Kim Sterelny. Ad essi si aggiungono Samir Okasha e Peter Godrey-Smith, vincitori degli ultimi due premi Lakatos per la filosofia della scienza della London School of Economics. Il proliferare di lavori in questo ambito dimostra il successo crescente di questa disciplina che è effettivamente riuscita a far uscire la biologia dalla posizione di inferiorità rispetto alla fisica. Particolarità della filosofia della biologia è la seguente: mentre nessun fisico (o quasi nessuno) si interessa ai quesiti della filosofia della fisica, la filosofia della biologia annovera, fra i suoi principali esponenti, alcuni biologi. È il caso, ad esempio, di Richard Dawkins e Richard Lewontin, autori di testi che hanno fatto la storia della disciplina.

Questa lista di nomi – chiaramente non esaustiva – presenta la filosofia della biologia di matrice anglosassone; il filone anglosassone si concentra sugli sviluppi recenti della biologia, al fine di apportare dei contributi che influiscano sulla ricerca biologica stessa. Esiste, in realtà, anche un’altra corrente di filosofia della biologia, di stampo francese: si tratta di una concezione più epistemologica e storica della filosofia della biologia, che include anche la medicina. Uno dei principali esponenti di questa corrente è il filosofo francese Georges Canguilhem (1904-1995). Qui di seguito, verrà analizzata la filosofia della biologia di stampo anglosassone.

Georges Canguilhem (1904-1995).
Di cosa si occupa la filosofia della biologia? Poiché è chiaramente impossibile esaurirne il campo di studi, ci si limiterà ad un accenno di quelle che sono le principali problematiche da essa affrontate. Innanzitutto, un ruolo di primo piano è occupato dalla teoria dell’evoluzione per selezione naturale. Elaborata da Darwin ne L’origine delle specie nel 1984, è da questi definita «La conservazione delle differenze e variazioni individuali favorevoli e la distruzione di quelle nocive […]»2. Osservando come gli allevatori selezionavano nel loro bestiame gli animali che erano più idonei a sopravvivere e ne favorivano la riproduzione, egli ipotizzò che la natura compisse un’analoga attività: talvolta gli organismi subiscono delle mutazioni casuali che sono però vantaggiose nei termini della sopravvivenza e che dunque vengono trasmesse ai discendenti; questi ultimi formano una prole più numerosa rispetto a quella degli organismi che non hanno subito tale mutazione. Questo meccanismo di selezione naturale (poiché operato, appunto, dalla natura) porta ad un’evoluzione della specie. Intorno a questa teoria, unanimemente accettate come tale, sorgono innumerevoli quesiti. Ad esempio, essa pone il problema dell’eredità dei caratteri acquisiti, problema che è stato risolto solo in anni recenti grazie alla collaborazione tra il neodarwinismo e i progressi della genetica. Per restare in campo epistemologico, invece, ci si può chiedere se la teoria dell’evoluzione sia una legge allo stesso titolo delle leggi della fisica e se sia l’unica legge della biologia. Lo statuto della teoria dell’evoluzione per selezione naturale è dunque il primo quesito filosofico sollevato dalla biologia: ed è un dibattito ancora aperto.

Sempre legato alla teoria dell’evoluzione per selezione naturale è il problema dell’unità di selezione: si tratta di chiedersi su cosa agisca la selezione naturale e cosa evolva a seguito di questa azione. Quando Darwin formulò la sua tesi, egli riteneva che la selezione naturale agisse sugli organismi e che ad evolvere fossero le popolazioni; tuttavia, negli anni successivi, si è sviluppato un ampio dibattito su quale entità conti come unità di selezione, dibattito spesso alimentato anche da una certa confusione concettuale. Ci si è dunque chiesti se le unità di selezione fossero i geni, le cellule, gli organismi, le specie o entità ancora più inclusive, quali i gruppi sociali o l’ecosistema; e, per ognuna di queste ipotesi, si sono cercate delle ragioni filosofiche. Anche questo è un dibattito tutt’oggi privo di una soluzione unanimemente accettata.

Un altro dibattito è quello sul significato del vocabolario funzionalista in biologia: in effetti, è tipico della biologia parlare degli esseri viventi come composti di parti che svolgono delle funzioni. Ancora, la filosofia della biologia si occupa di chiedersi cosa debba essere inteso come individuo biologico: se ci sono, cioè, dei criteri necessari e sufficienti per definire qualcosa come individuo biologico. Anche lo sviluppo dell’individuo è un tema molto studiato, soprattutto attraverso la nozione di programma genetico; ultimamente, si è dato molto rilievo anche ai meccanismi di eredità non genetica, quali quelli definiti “epigenetici”. La filosofia della biologia si occupa, inoltre, del tentativo di definire il gene e dei concetti di riduzionismo ed emergenza, nonché del ruolo della fisica nella descrizione dei sistemi biologici.

L’interesse della filosofia della biologia sta proprio nel suo tentativo di elaborare dei nuovi schemi concettuali per dei problemi che si è spesso cercato di comprendere unicamente attraverso la lente della filosofia della fisica. Ma il fatto che noi stessi facciamo parte della biologia è un altro fattore che spiega, probabilmente, l’interesse suscitato da tale disciplina.

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Nota bibliografica: pochi testi della filosofia della biologia sono tradotti in italiano. Per un primo approccio alla disciplina si consiglia E.MayrL’unicità della biologia. Sull’autonomia di una disciplina scientifica, tr. it. a cura di C. Serra, Cortina Raffaello editore, Milano, 2005 (ed. or. What makes biology unique. Considerations on the Autonomy of a Scientific Discipline, Cambridge University Press, 2004) che, senza essere di stampo prettamente manualistico, fornisce un’ottima introduzione alla filosofia della biologia, alla portata di tutti. Gli altri manuali di filosofia della biologia sono in inglese: ci limitiamo a segnalare Rosenberg-Arp Philosophy of biology. An anthology, Wiley-Blackwell, 2010; Hull-Ruse The Cambridge companion to the philosophy of biology, Cambridge University Press, 2008; Sterelny-Griffiths Sex and Death: an Introduction to the Philosophy of Biology, Chigaco, Chicago University Press, 1999.


1D. Hull, «What philosophy of biology is not» in Synthese 20, 1969, pp. 157-184.


2C.Darwin, L’origine delle specie. Selezione naturale e lotta per l’esistenza, tr it a cura di L. Fratini, Bollati Boringhieri, Torino,1972, p. 147 (ed. or. On the Origin of Species by Means of Natural Selection, or the Preservation ofFavoured Races in the Struggle for Life, Harvard University Press, 1984).


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