StatoCivile: lettera a 'mamma Rai'

La presente lettera è stata inviata a Monica Maggioni, presidente della RAI, e per conoscenza a Daria Bignardi, direttrice di RAI3, Paolo Messa e Arturo Diaconale, membri del consiglio di amministrazione. Vi terremo aggiornati sulla risposta.


Gentile dott.ssa Maggioni,

come da oggetto, la presente è per protestare vibratamente per il disservizio relativo alla messa in onda del programma Stato Civile su Rai3: si tratta di disservizio perché il programma non rientra in alcun modo nel pubblico servizio che dovreste garantire.

StatoCivile affronta un tema estremamente divisivo per il paese: e tuttavia nel palinsesto Rai non vi è alcun programma analogo che presenti le opinioni della parte opposta. Faccio presente che, secondo le ultime stime Istat, le famiglie italiane sono circa 14 milioni, mentre i nuclei costituiti da coppie omosessuali appena 800: tuttavia la vostra 'disinformazione' si focalizza esclusivamente sullo 0,00006% dei nuclei familiari italiani, ignorando la stragrande maggioranza delle famiglie.

Risulta assolutamente assente il contraddittorio, dimostrando che non si tratta - come già ribadito sopra - di servizio di informazione, ma di un asservimento di uno strumento finanziato dai cittadini ad una funzione che non gli è propria: quella di indottrinamento massivo dell'opinione pubblica a fini ideologizzati.

Inoltre riservare la fascia pre-serale del periodo natalizio ad un programma del genere, garantendo così la possibilità di share elevato, appare strumentale: è possibile sapere quali sono state le motivazioni per spostare il programma dalla seconda serata alla fascia pre-serale?

Chiedo pertanto l'immediata sospensione della trasmissione e suggerisco, per meglio affrontare il tema delle unioni civili e dei diritti degli omosessuali, un format diverso, che preveda un contraddittorio e che svisceri pienamente le questioni: perché non dare spazio alle milioni di testimonianze di gioia quotidiana nelle famiglie costituite da un uomo ed una donna?

Faccio infine notare che, nel programma da voi ideato, non vi è alcuno spazio per i temi riguardanti i diritti del bambino. Essere dimentichi dei diritti di chi non ha la voce per rivendicarli, è un vergognoso crimine contro la democrazia e le generazioni future.

Rimango in attesa di pronta risposta.


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