Il festival delle banalità: o forse no?


"Maschi e femmine sono diversi". E giù applausi. "I bambini nascono da un uomo ed una donna". Standing ovation di tutta la platea. "I figli non si vendono". La folla in estasi.

Non è la cronaca di un festival delle banalità, anche se un tempo sarebbe potuta esserlo: è semplicemente la logica conseguenza dell'illogica realtà di oggi. Una realtà ben evidente ieri pomeriggio a Milano, dove la regione ha organizzato l'ormai noto convegno 'Difendere la famiglia per difendere la comunità': un migliaio di persone nelle sale interne al Palazzo della Regione e almeno 500 fuori. A poche centinaia di metri la manifestazione dei Giovani Democratici (secondo Repubblica erano 'diverse migliaia'...), al grido di 'un bacio li seppellirà tutti'. Ed in effetti diverse coppie omosessuali contestavano alla loro maniera, baciandosi appassionatamente davanti all'ingresso dell'Auditorium, nell'indifferenza totale di centinaia di pericolosissimi omofobi.

Che cosa c'è più banale di affermare la diversità dei cromosomi XX da quelli XY? Eppure l'Italia di oggi è dominata da una cecità tale da aver bisogno di sentirsi dire queste banalità: perché la Repubblica scatena 15 giorni di campagna disinformativa contro chi lo sostiene, perché a Milano chi osa dire cose del genere diventa una 'merda omofobo e sessista' (definizione dei campioni di libertà d'espressione che scrivono di notte sui muri!), perché un Maroni che istituisce la giornata della famiglia naturale è 'oscurantista e medievale' (definizione del partito di governo e della sua coalizione)?

Qual è dunque la causa scatenante di questo perverso fenomeno che rende la banale realtà un'indicibile offesa al genere umano? E' forse la macchina del fango dei giornali che tacciano di omofobo un convegno che non parla di omosessuali? Forse. E tuttavia, Massimo Introvigne, sociologo, filosofo e scrittore intervenuto ieri al convegno, ha affermato che 'il nemico delle famiglie non sono i gay: è il fisco'. Perché le comunità LGBT si debbano sentire offese da un'affermazione del genere rimane un mistero... 'Maroni al convegno omofobo: i gay sono da curare': così titolava la Repubblica la settimana scorsa. Peccato che al convegno non si sia parlato di terapie riparative, se non nell'intervento di un giovane contestatore, evidentemente non previsto né richiesto.

Per chiunque volesse farsi un'idea sui contenuti di questo temutissimo convegno, è effettivamente complesso reperire qualche citazione testuale, non distorta da ideologie né estratta fuori contesto per cambiarne il significato. Gli interventi principali sono stati cinque, oltre a quelli di politici ed assessori che, di fatto, non hanno portato grande valore aggiunto in termini di contenuti: il primo è stato di Massimo Introvigne, che ha sostenuto quattro tesi.
La prima è che la famiglia non è solo – come ha detto Papa Francesco – «il motore del mondo e della storia» ma è anche, forse più modestamente, l’ancora di salvezza dell’Italia.
La seconda tesi – cito ancora Papa Francesco, nel suo discorso al Movimento di Schoenstatt – è che oggi la famiglia è “bastonata da tutte le parti”.
Terza tesi. La famiglia non si bastona da sola. C’è qualcuno che la aggredisce.
Quarta tesi. Il 12 gennaio il Papa ha ricevuto il Corpo Diplomatico e ha denunciato le «legislazioni che privilegiano diverse forme di convivenza piuttosto che sostenere adeguatamente la famiglia per il bene di tutta la società».
Il testo integrale dell'intervento di Introvigne è disponibile qui.


A seguire è intervenuto brevemente Padre Maurizio Botta, che ha ricordato che il convegno non era contro nessuno, al massimo contro determinate idee: nel successivo intervento di Marco Scicchitano, psicoterapeuta e ricercatore clinico, si è banalmente ricordata la differenza tra uomo e donna, sostenendo che conoscere ed affermare la differenza tra le persone, anche quella maschile/femminile, è la base per costruire i rapporti e capirsi. Al tempo stesso, ha affermato Scicchitano, "un'educazione sessuale generalizzata ed appiattita è pericolosa e controproducente", poiché ogni famiglia ed ogni bambino ha le sue esigenze ed i suoi tempi.


A prendere la parola subito dopo è stata Costanza Miriano, giornalista e scrittrice di diversi libri sulla famiglia e sul matrimonio: prima ha ripreso il concetto di diversità uomo/donna, aggiungendo che "le diversità, anche di liguaggio, sono una ricchezza da tutelare e che ci aiutano". Poi, da donna e da madre, ha denunciato la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro, che mette a rischio la maternità e la famiglia stessa.

L'intervento di Mario Adinolfi, aperto da una rapida considerazione sulla disinformazione che la Repubblica continuava a fare anche sui numeri dell'evento, ha tirato in ballo la politica: "Rivendico il mio essere di sinistra, ed i temi essenziali interrogano sopratutto quel mondo, che dovrebbe sempre difendere il soggetto più debole". L'attenzione si è poi spostata sull'adozione, funzionale secondo Adinolfi solo alla legalizzazione dell'utero in affitto: ha raccontato infine quanto già scritto nel suo libro circa il 'figlio' di Elton John.
Ci dispiace deludere tutti coloro che continuano a leggere la Repubblica ed il Corriere della Sera e cercano disperatamente i temi omofobi e le discussioni sulle terribili terapie riparative: non se n'è parlato, perché il convegno era sulla famiglia, e gli omosessuali non hanno nulla a che vedere con la famiglia!

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