Fascismi Islamici


L'attentato alla redazione di Charlie Hebdo non può che far sorgere mille interrogativi: sui pericoli del terrorismo a cui è esposta l'Europa, sull'opportunità di pubblicare determinate vignette, sul labile confine tra satira e blasfemia, sull'innegabile buonismo delle politiche di molti governi europei in difesa della cultura occidentale,...


Tuttavia un tweet ieri ha colpito la mia attenzione più dei milioni altri cinguettii con hashtag #CharlieHebdo: si tratta di un brevissimo commento di Quit the Doner. Per chi non avesse mai sentito questo 'nome', Quit the Doner è lo pseudonimo di un blogger che scrive nell'anonimato, su diversi blog, siti d'informazione e quotidiani: ha guadagnato grande fama con l'articolo 5 buoni motivi per non votare Grillo ed ha recentemente pubblicato un libro definito da l'Unità come 'Reportage fra l’ironico e il narrativo sul modello del giornalismo americano, o forse del libello settecentesco alla Candide'.


Il commento alla fine della citazione del giornalista morto ieri è terrificante: "Stèphane è stato ucciso oggi da dei fascisti molto probabilmente islamici, sui quali, per qualche motivo, non mi viene molto da dire".

Il post è stato pubblicato dopo le 3 del pomeriggio, quando le agenzie di stampa già avevano fatto rimbalzare la notizia che gli attentatori erano entrati al grido di "Allah è grande": che cosa intenda l'autore del post per 'fascisti' rimane quindi dubbio. Non potendomi arrogare il diritto di definire il fascismo, faccio ricorso al dizionario Treccani:
Movimento politico italiano che trasse origine e nome dai Fasci di combattimento fondati nel 1919 da B. Mussolini (...); in senso astratto, l’insieme di ideologie e di concezioni (corporativismo economico e accentramento amministrativo in politica interna, espansionismo imperialistico in politica estera) che ne costituirono il fondamento teorico, cioè la dottrina. Il termine è stato poi esteso, più o meno fondatamente, a indicare altri movimenti sorti soprattutto in Europa fra le due guerre mondiali, e successivamente anche in paesi extraeuropei, con caratteristiche simili a quelle del fascismo italiano.
Personalmente non ho mai dubitato che l'insegnamento della storia nella scuola italiana fosse piuttosto scadente, soprattutto a riguardo del XX secolo: ma mai avrei pensato che un italiano medio avrebbe potuto affiancare Mussolini a Bin Laden, Salazaar ad Al Qaeda o la Spagna Franchista al Califfato dell'Isis. Né tantomeno ritengo possibile individuare gli elementi caratterizzanti del terrorismo islamico nel corporativismo economico e nell'accentramento amministrativo in politica interna: ritengo piuttosto che il post in questione non sia altro che l'ennesima conferma che la cultura dominante non si vuole arrendere davanti alla realtà. Una realtà che nel 2001 esplodeva in cima alle Twin Towers, nel 2004 si manifestava ad Atocha, nel 2007 nell'Underground di Londra e ieri nella redazione di Charlie Hebdo. Una cecità totale rappresentata al meglio dalla terza carica dello Stato, Laura Boldrini, che ieri ha invitato tutti a "non confondere Islam e terrorismo": peccato che lo stesso Al Zawayri, l'egiziano a capo di Al Qaeda, ha affermato che non tutti i musulmani sono terroristi ma quasi tutti i terroristi sono musulmani: dov'è dunque la confusione che tanto teme il nostro presidente della Camera? Qual è dunque l'errore nel definire di matrice islamica l'attentato di ieri invece che nascondersi dietro fascismi inesistenti?

Si tratta di una realtà che mette i brividi, ma che in Italia non vediamo, perché impegnati a chiedere a chiedere la cittadinanza per ius soli, a togliere il crocifisso dagli uffici e dalle scuole, a costruire moschee, ad accogliere i terroristi in casa, a legiferare contro la xenofobia, a tacciare di razzismo Salvini, Le Pen ed ogni disagio sociale per le prepotenze altrui, sperando magari che in un domani la Shari'a ci liberi dall'opprimente peso della libertà, come ha immaginato Michel Houellebecq, scrittore francese autore di Sottomissione. Il libro è ambientato nella Parigi del 2022, con un presidente musulmano all'Eliseo, che impone poligamia e burqa. Sottomissione è un libro, ma affinché non diventi una realtà, è necessario prima di tutto levarsi i paraocchi della cultura dominante e prendere atto della situazione in cui viviamo: e urlare, ancora una volta, che l'Europa è libera e cristiana. Sennò, non è Europa.

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