Le mura del sistema economico da
noi creato sembrano, negli ultimi tempi, soffocarci. Non passa giorno che non
sentiamo notizie preoccupanti sulla precarietà degli stato, del mercato, dell'
Europa. Tuttavia dall'orlo del baratro provengono esempi di vita nuova,
alternativa, che aiuterebbero a ripartire. "Chi va piano va sano e va
lontano" recita uno dei proverbi più usati e celebri, ma per la prima
volta viene applicato all'economia dalle persone comuni - possiamo trovare un
ben riuscito precedente dell'applicazione di questo principio nei valori che
hanno mosso la nota associazione Slow Food, che scelse embleticamente come
simbolo nientemeno che una lumaca. L'esasperazione ha spinto molte persone,
spesso per necessità, a riscoprire ritmi e stili di vita dal sapore antico che forse
potrebbero aiutare il sistema, ma quantomeno prevengono lo stress della vita
moderna. Da diversi anni alcune famiglie hanno abbracciato il "consumo
frugale", un modo di produzione e fruizione lontano dal consumismo
esagerato e spietato, che li avvicina alle cose semplici e tradizionali della
loro terra. Il principio é semplice: produrre in casa quello che prima si
comprava al supermercato, prediligere i prodotti della zona,
evitare gli sprechi. Probabilmente ė questo l' aspetto meno ovvio: quello che
per noi non è uno spreco in alcune popolazioni della terra, come la Cina, viene
considerata una semplice abitudine automatica.
Alcuni esempi significativi.
L'acqua usata per bollire la pasta viene
successivamente impiegata per innaffiate le piante invece di essere buttata. Se
una famiglia decide di compra un elettrodomestico fa un giro fra parenti,
amici, conoscenti, vicini e solo quando si sono trovate diverse persone con lo
stesso desiderio ci si reca dal commerciante per strappare il prezzo
conveniente che il gruppo insieme riesce a ottenere. Lo yogurt scaduto viene
impiegato come lievito, ottenendo gli stessi effetti del nostro lievito di
birra.
A
parte questi esempi di comportamenti orientali, i nuovi stili di vita
proposti spesso si sposano con la produzione domestica di frutta e verdura,
grazie ad un ben fornito orto di famiglia. Negli Stati Uniti d'America, il
paese dove in assoluto il mercato sembrava regnare, si stanno facendo strada le
cosiddette "Transition towns", a cui hanno aderito già 150
comuni in tutto il mondo, con lo scopo di pilotare lo sviluppo verso modi
di produzione e consumo a basso dispendio energetico. Queste nuove istanze
sembrano in apparenza essere stare causate dalla precarietà dello stato
attuale. Tralasciando anche il fatto che in altri paesi del mondo esiste da
molto tempo questo tipo di consapevolezza, scopriamo in realtà che il
cosiddetto "sviluppo sostenibile" fu teorizzato nell'
Ottocento dal filosofo francese Charles Fourier che già allora aveva parlato
degli eccessi della rivoluzione industriale e dei suoi pericoli che lui
chiamava "feudalesimo industriale". Ci si rende conto di
come le "Transition towns" assomiglino sorprendentemente ai
"falansteri", piccole comunità teorizzate dal filosofo
utopista basate su diversi stili di vita e che nel corso del '800 videro 15000
adepti fra gli americani. Oltre che osservare questi nuovi fenomeni ora non ci
resta che aspettare e studiare gli sviluppi.
Nessun commento:
Posta un commento
Il blogger, essendo responsabile penalmente di tutto ciò che viene pubblicato sul suo blog, modererà tutti i commenti, che non saranno pertanto visibili prima della sua approvazione: è richiesta la massima educazione e moderazione nei termini.