Milano, quando la politica diventa un gioco e la famiglia un optional


L'attenzione mediatica di queste settimane si sta focalizzando - se non fossilizzando - sulla questione del registro delle unioni civili a Milano. Pisapia, dopo aver avanzato una proposta che aveva suscitato non poche polemiche, non solo nelle frange cattoliche ma negli interi partiti, è riuscito a far approvare dal Consiglio Comunale, dopo diverse interminabili sedute, una delibera che sa di compromesso e che tuttavia continua a sollevare polemiche. L'amministrazione Pisapia si è dimostrata estremamente sensibile sulle cosiddette politiche familiari, anche con scelte che si sono dimostrate molto spesso impopolari. Nell'autunno scorso il consigliere alle famiglie del comune meneghino aveva fatto adottare in tutti gli asili comunali un libricino a fumetti, ideato e creato dal papà del personaggio della Pimpa, dal titolo Piccolo Uovo”; il protagonista - Piccolo Uovo appunto - prima di nascere aveva la possibilità di conoscere tutti i tipi di “famiglia”, compresi i pinguini e le gattine omosessuali, per poter successivamente scegliere liberamente. Questa scelta ha tentato non solo di veicolare una pericolosa associazione possibilità=libertà - concetto che fortunatamente i bambini non riescono a cogliere grazie alla loro tenera età - e di costituire una scelta chiaramente contraria ai principi del diritto ad una libera istruzione nelle scuole pubbliche - il libro, dai connotati fortemente ideologici, è stato fortemente voluto da noti partiti politici a livello nazionale - ma rappresenta la punta di un iceberg di proporzioni ben maggiori, ovvero la grave crisi di valori che vive la la nostra società, che venera Steve Jobs come - anzi, più di - San Francesco, che ammira una Gianna Nannini che ha un figlio senza un marito, o partner o compagno che dir si voglia, un uomo insomma.
Le decisioni dell’ultima settimana ne sono una triste quanto inoppugnabile conferma: il tanto decantato registro delle unioni civili approvato dalla seduta-maratona non è che un surrogato di quanto proposto inizialmente, in seguito a numerose modifiche - su tutte la dicitura di “famiglia anagrafica” e la questione della pericolosa apertura alla poligamia. Appare innegabile che tutto ciò sia indice di un’assoluta assenza di saldi principi che guidino gli intenti dei sostenitori della proposta: senza entrare nel merito dei valori che possano condurre a tali scelte - sui quali fra l’altro ci siamo in parte già espressi - appare evidente che se la giunta Pisapia ne avesse avuti non sarebbe scesa a compromessi, potendo contare su una larga maggioranza (29 voti a favore, 7 contrari e 4 astenuti); al contrario, approvando le modifiche e dichiarandosene soddisfatta,  ha dimostrato chiaramente di avere come unico valore-guida la pacifica convivenza con l’opposizione al fine di scaldare il più al lungo possibile le proprie poltrone, abbassando così la politica milanese al livello di uno scambio di figurine. Abbiamo tutti negli occhi le immagini del Santo Padre a Milano in occasione nientemeno che della Giornata Mondiale delle Famiglie, con Pisapia che accoglie riverenzialmente Benedetto XVI: sorge a questo punto spontaneo chiedersi quanto possa essere stato sincero quel saluto e quanto piuttosto possa essere stato un "contentino" per i cattolici milanesi. Ai posteri l'ardua sentenza.

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