Ci fosse per caso ancora in circolazione, fra i giornalisti, qualche mente politicamente scorretta in materia di famiglia – non si sa mai -, niente paura: d’ora in poi, prima di rischiare di perdere il posto, potrà sapere cosa scrivererifacendosi ad un nuovo decalogo gay (disponibile in lingua francese qui). E’ stato presentato in Francia qualche giorno fa a cura dell’AJL, acronimo che sta per Association des journalistes Lesbiennes gays bi-es-s et trans e in poco meno di trenta pagine delinea chiaramente come uno debba esprimersi con riferimento alle rivendicazioni gay, se non vuole incorrere nell’accusa di istigazione all’odio di stampo omofobo.
Il piccolo manuale spazia infatti fra otto differenti argomenti (linguaggio discriminatorio, stereotipi, lesbismo, bisessualità, transessualità, AIDS/HIV, elementi di diritto, lobby e teorie di genere) ed accanto a qualche osservazione effettivamente sensata – si pensi a quella che critica l’espressione «avouer son homoseualité», ossia «confessare, ammettere la propria omosessualità», espressione infelice ed impropria dato che sperimentare pulsioni omosessuali non è un reato da confessare – presenta tutta una serie di “inviti” inquietanti, dal netto sapore orwelliano.