25 luglio 1943: tutte le ombre sull'inizio della fine

Domenica 25 luglio 1943, ore 2.30 della notte. Il Gran Consiglio del Fascismo approva l’Ordine del Giorno Grandi: è l’inizio della fine. Dei 27 partecipanti 19 firmano a favore: Grandi (Presidente della Camera: propose in prima persona la sfiducia a Mussolini), De Bono e De Vecchi (due dei quadrumviri che marciarono su Roma nel 1922), Ciano (genero di Mussolini), Acerbo (Ministro delle Finanze: diede il nome alla legge elettorale del 1923), Federzoni (Presidente dell’Accademia), De Marsico (Ministro della Giustizia), Pareschi e Cianetti (Ministri dell’Agricoltura il primo e per le Corporazioni il secondo), Albini e Bastianini (Sottosegretari agli Interni e agli Esteri), Balella, Gottardi e Bignardi (Confederazione dei datori di lavoro, dei Lavoratori del’’Industria e degli agricoltori), De Stefani (ex Ministro delle Finanze e del Tesoro),Marinelli (ex segretario del PNF), Alfieri, Rossoni e Bottai (membri a titolo personale).

Il Gran Consiglio del Fascismo invita il Governo a pregare la Maestà del Re, verso il quale si rivolge fedele e fiducioso il cuore di tutta la Nazione, affinchè Egli voglia per l’onore e per la salvezza della Patria assumere con l’effettivo comando delle forze armate di terra, di mare e dell’aria, secondo l’articolo 5 dello Statuto del Regno, quella suprema iniziativa di decisione che le nostre istituzioni a Lui attribuiscono e che sono sempre state in tutta la nostra storia nazionale il retaggio glorioso della nostra Augusta Dinastia Savoia”.

Agnese Borsellino, la donna che perdonò

Fra i tanti ricordi lasciatici dalla signora Agnese, la moglie di Paolo Borsellino, c’è un aspetto che forse non tutti oggi rammentano e che la dice lunga sulla statura della donna scomparsa ieri. Alludiamo alla capacità – straordinaria e pienamente comprensibile solo in un’ottica cristiana – che lei ebbe di spingersi praticamente fino al perdono degli assassini del marito. Senza mai stancarsi di chiedere giustizia, infatti, Agnese Borsellino offrì una testimonianza di grande fede ed adesione agli insegnamenti del Vangelo.

Fu lei stessa a darne prova diretta allorquando, in una lettera indirizzata a Giovanni Paolo II – e pubblicata sull’Osservatore romano del 6 maggio 1993, alla vigilia della visita papale in Sicilia e, coincidenza, esattamente venti anni fa – seppe guardare oltre le proprie ferite con parole che ancora oggi, se rilette, non possono non commuovere: «Sapere che il sangue del mio Paolo oggi è seme di speranza e di liberazione per tutto questo nostro popolo mi riempie di gioia e di orgoglio e mi dà un senso della mia pochezza e della mia indegnità».

In Medio Oriente è guerra, la solita guerra. Nonostante appaia diversa...

La situazione in medio oriente in questi ultimi giorni sta precipitando verso quella che sembra essere una vera e propria guerra, che mai si era sopita ma che ora riprende la sua azione molto più tragicamente. Venerdì Hamas ha rivendicato la salva di razzi lanciati verso Israele come il suo primo deliberato tentativo "di colpire l'aeroporto Ben Gurion". La fazione islamica ha fatto sapere infatti  di aver lanciato quattro razzi M-75 verso l'aeroporto.
Un 'avvertimento' alle linee aeree straniere di sospendere i voli per Tel Aviv. In un comunicato le Brigate Ezzedin al-Qassam (braccio militare di Hamas) affermano che ormai l'aeroporto Ben Gurion sarebbe divenuto insicuro perche' puo' essere colpito dalla Striscia di Gaza. Dal testo viene lasciato intendere che potrebbe essere preso di mira ancora in futuro. Queste sono solo piccole notizie che non rendono la gravità della situazione. Nei giorni precedenti altri attacchi, altre vittime, altre stragi.Basti pensare che intorno alle 15.30 di venerdì  il bilancio delle vittime palestinesi a Gaza in seguito all'incursione israeliana era di 102 morti, 110 feriti.