Domenica 25 luglio 1943, ore 2.30 della notte. Il Gran Consiglio del Fascismo approva l’Ordine del Giorno Grandi: è l’inizio della fine. Dei 27 partecipanti 19 firmano a favore: Grandi (Presidente della Camera: propose in prima persona la sfiducia a Mussolini), De Bono e De Vecchi (due dei quadrumviri che marciarono su Roma nel 1922), Ciano (genero di Mussolini), Acerbo (Ministro delle Finanze: diede il nome alla legge elettorale del 1923), Federzoni (Presidente dell’Accademia), De Marsico (Ministro della Giustizia), Pareschi e Cianetti (Ministri dell’Agricoltura il primo e per le Corporazioni il secondo), Albini e Bastianini (Sottosegretari agli Interni e agli Esteri), Balella, Gottardi e Bignardi (Confederazione dei datori di lavoro, dei Lavoratori del’’Industria e degli agricoltori), De Stefani (ex Ministro delle Finanze e del Tesoro),Marinelli (ex segretario del PNF), Alfieri, Rossoni e Bottai (membri a titolo personale).
“Il Gran Consiglio del Fascismo invita il Governo a pregare la Maestà del Re, verso il quale si rivolge fedele e fiducioso il cuore di tutta la Nazione, affinchè Egli voglia per l’onore e per la salvezza della Patria assumere con l’effettivo comando delle forze armate di terra, di mare e dell’aria, secondo l’articolo 5 dello Statuto del Regno, quella suprema iniziativa di decisione che le nostre istituzioni a Lui attribuiscono e che sono sempre state in tutta la nostra storia nazionale il retaggio glorioso della nostra Augusta Dinastia Savoia”.